La sezione bellinzonese giudica «insoddisfacenti» le risposte date dal vicesindaco sull'interpellanza in merito alla Polizia comunale
BELLINZONA - Si aggiunge una nuova pagina alla diatriba sulla polizia comunale di Bellinzona. A scriverla è la sezione della Lega della capitale che attacca il vicesindaco, e responsabile del dicastero sicurezza, Andrea Bersani dopo le sue risposte, giudicate «insoddisfacenti», durante l'ultima seduta di consiglio comunale.
Tutto era partito da un'interpellanza leghista di metà giugno che denunciava la gestione «scadente e superficiale» delle forze dell'ordine da parte del comandante e del Capo dicastero. Nel suo scritto, la Lega portava vari esempi a sostegno della propria tesi: dal caso dei due agenti formati che soggiornano a Giubiasco, ai casi di violenza a Spazio Aperto e al Parco di Viale Officina che negli ultimi tempi hanno scosso la capitale.
Negli scorsi giorni ecco il secondo capitolo della vicenda. Durante la seduta di Consiglio comunale Bersani risponde alle critiche. Il vicesindaco in primo luogo precisa che i due agenti stazionati a Giubiasco «rispondono alle necessità di avere uno sportello nel quartiere in modo di rispondere alle esigenze del comparto sud della Nuova Bellinzona». Per quanto riguarda gli atti di violenza, il vicesindaco parla di casi isolati. «I fatti riguardanti il Centro Spazio Aperto, tre casi da gennaio 2017, sono noti alla polizia. In generale nel Bellinzonese i reati sono in netta diminuzione», specificando che questi casi non possono «giustificare conclusioni esagerate e fuorvianti».
A questa risposta segue il terzo capitolo della saga. Ancora firmato dalla Lega. La sezione bellinzonese invita infatti Bersani a «raccontarla giusta». È soprattutto la risposta data sui due agenti di stanza a Giubiasco a non convincere per nulla. «Il capodicastero è pagato per operare a favore della città», sbottano i leghisti. «Siamo sempre in attesa del motivo per cui due agenti si rifiutano di aggregarsi al corpo di polizia standosene tranquillamente a Giubiasco. Perché nessuno è disposto a credere che si tratti di esigenze di servizio».
I leghisti infine lanciano l'ultimo affondo: «Si dica una volta per tutte quali sono le motivazioni per cui le due persone non vogliono spostarsi da Giubiasco. Troppo comodo pagare stipendi senza affrontare la situazione».