L'UDC ticinese ha presso atto «con soddisfazione» del successo ottenuto dalla raccolta firme per l’iniziativa che vuole porre fine alla libera circolazione delle persone
BELLINZONA - UDC Ticino prende atto «con piacere» dell’annuncio, dato dal presidente di UDC Svizzera, Albert Rösti, che la raccolta delle firme per l’iniziativa che vuole porre fine alla libera circolazione delle persone è ormai cosa fatta. «Non abbiamo mai dubitato del successo - scrivono i democristiani ticinesi in comunicato - ma 125'000 sottoscrizioni in soli sei mesi costituiscono un risultato straordinario».
La sezione ticinese poi attacca ferocemente la politica estera adottata da Berna, definendola «pusillanime servilismo» nei confronti dell’Unione europea «a scapito degli interessi del popolo svizzero ma, soprattutto, è in totale contrasto con la volontà, peraltro palese, di quest’ultimo».
«Ricordiamo - continuano i democentristi - che l’iniziativa è stata lanciata dal nostro partito a seguito della vergognosa arrampicata sugli specchi della maggioranza parlamentare per non applicare quella precedente contro l’immigrazione di massa – approvata da popolo e cantoni –, arrampicata sfociata poi nella scandalosa “non-applicazione” del 16 dicembre 2016 camuffata da “preferenza indigena light”. Secondo gli oppositori, l’iniziativa non avrebbe specificato espressamente che la sua applicazione avrebbe implicato la rescissione dell’accordo di libera circolazione delle persone con l’UE, fu allora il meschino alibi avanzato per giustificare questa chiara violazione della Costituzione federale».
I democentristi vedono questa raccolta firme, 125'000 sottoscrizioni raccolte in soli sei mesi, come una resa dei conti per Consiglio federale e il Parlamento. «Tale consenso popolare, infatti, presuppone una forte partecipazione anche di cittadine e cittadini di fede politica non UDC, ma che dai suoi rappresentanti partitici non è più disposta a essere tradita sull’altare di meri interessi economici di una ridotta casta di privilegiati oppure sociali di una – altrettanto limitata ma, purtroppo, con un seguito numericamente più importante – élite parassitaria di sinistra».