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BELLINZONAPace fatta tra Pronzini e i due agenti

29.05.18 - 08:27
Ritirata la denuncia nei confronti del deputato. L’MPS però attacca: «Commistione inaccettabile tra potere politico e amministrativo»
Tipress
Pace fatta tra Pronzini e i due agenti
Ritirata la denuncia nei confronti del deputato. L’MPS però attacca: «Commistione inaccettabile tra potere politico e amministrativo»

BELLINZONA - Si è conclusa con il ritiro della denuncia la vertenza che vedeva opposti due agenti della Polizia comunale di Bellinzona e Matteo Pronzini, accusato di aver offeso verbalmente i due poliziotti lo scorso mese di marzo intervenendo in difesa di un bambino colto a scrivere uno slogan sul muro dell’ufficio postale.

Come reso noto oggi dal Movimento per il Socialismo (MPS), il deputato si è scusato ieri nell’ambito della procedura di conciliazione, ribadendo di non aver mai voluto mancare di rispetto ai due agenti. La vicenda, lo ricordiamo, era finita anche al centro di un’interpellanza al Municipio inoltrata da Fabio Käppeli.

Ed è proprio sull’atto del consigliere comunale liberale-radicale che l’MPS alza il tiro, sottolineandone la «tempistica sospetta», figlia di «una commistione (non certo nuova) tra potere politico e potere amministrativo-poliziesco assolutamente inaccettabile».

«Da notare poi - prosegue il Movimento - l’assoluta inadeguatezza del comando della polizia comunale di Bellinzona che, di fatto, ha permesso che circolasse un rapporto di polizia (quello stilato dai due poliziotti) che menzionava per esteso il nome del minore coinvolto», poi ripreso anche dai social network.

«Alla faccia della riservatezza che la Polizia dovrebbe garantire in questi casi. È vergognoso che un Municipio, per di più diretto da un ex-magistrato, possa permettere che queste cose accadano senza alcuna reazione!» scrive inoltre l’MPS, prima di concludere con una stoccata: «Non saranno certo le fetenti manovre del PLRT di Bellinzona, dei suoi tirapiedi – in particolare quelli alla testa di settori dell’amministrazione comunale – a intimorirci o a farci desistere dalle nostre battaglie politiche».

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