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CANTONE«Contratti di tirocinio rescissi anzitempo: colpa anche della politica»

27.04.18 - 12:24
Il deputato dell'Mps Matteo Pronzini chiede i numeri aggiornati e punta il dito contro la «campagna di collocamento a tutti i costi» operata dal Cantone
«Contratti di tirocinio rescissi anzitempo: colpa anche della politica»
Il deputato dell'Mps Matteo Pronzini chiede i numeri aggiornati e punta il dito contro la «campagna di collocamento a tutti i costi» operata dal Cantone

BELLINZONA - A fornire numeri preoccupanti è stato negli scorsi giorni l'Ufficio federale di statistica. Secondo l'UST a livello nazionale il 21% dei giovani sciolgono anzitempo un contratto di tirocinio. E sul piano cantonale? A porre il quesito è un'interrogazione (con la quale doppia la boa dei duecento atti parlamentari) del deputato dell'Mps Matteo Pronzini. «Il problema dello scioglimento dei contratti di tirocinio non è nuovo nel nostro cantone. In passato  - scrive il granconsigliere - erano stati dedicati  alla questione alcuni studi che avevano rilevato una certa persistenza del fenomeno, seppur a livelli elevati (circa il 16-18% se la memoria ci sovviene correttamente), sull’arco degli anni». 

L'aumento della percentuale a livello svizzero , rilevata dall'UST sul periodo 2012-2016, porta Pronzini ad interrogarsi sulla situazione in Ticino che apparirebbe «particolarmente difficile (unitamente a quella della Svizzera romanda). Pur richiamando ad una certa prudenza nella valutazione dei dati, l’UST conferma  per il nostro Cantone un media di gran lunga superiore a quella federale. In particolare il tasso di scioglimento dei contratti di tirocinio si attesterebbe, complessivamente,  attorno al 30%, cioè il 50% in più rispetto alla media nazionale».

Secondo Pronzini il tasso di disdetta più alto sarebbe da  ricondurre (al di là delle specificità regionali nei sistemi formativi) anche alla politica condotta nell’ultimo decennio. «Ci riferiamo in particolare - scrive - alla famigerata campagna “tolleranza zero” (che continua tuttora ad ispirare la filosofia del DECS) e che rappresenta una politica di collocamento a tutti i costi a tutti i costi dell’apprendista». Secondo il deputato si tratterebbe di «una forzatura del mercato dei posti di tirocinio tesa a “piegare” all’offerta le ragioni della “domanda”; a questo si deve aggiungere la presenza di un numero eccessivo di aziende che, seppur formate come tali, non hanno strutture, personale e cultura aziendali tali da permettere una formazione con successo. Un fenomeno quasi unico a livello nazionale».

Le domande di Matteo Pronzini al governo:

1. I dati rilevati dall’UST corrispondono alla realtà della situazione cantonale?

2. Se sì, quali sono, a mente del Consiglio di Stato, le ragioni di questa situazione?

3. Il Consiglio di Stato non ritiene opportuno avviare una riflessione (magari sulla base di uno studio approfondito come era già stato fatto in passato) su questa situazione con l’obiettivo di mettere in luce possibili proposte per arginare il fenomeno?

4. In attesa di questa riflessione e di eventuali proposte di fondo, non ritiene necessario il Consiglio di Stato prendere alcuni provvedimenti temporanei che possano in qualche modo frenare il fenomeno? Pensiamo, a titolo puramente esemplificativo:

- una maggiore sensibilità ed attenzione a livello dell’orientamento professionale tenendo maggiormente in considerazione i profili dei giovani e scartando in questo modo collocamenti che, verosimilmente, si tradurrebbero in scioglimenti del contratto di tirocinio

- un intervento maggiore e più attento degli ispettori di tirocinio, magari potenziandone gli effettivi e orientando l’attenzione di alcuni di essi proprio su questo aspetto

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