Con un’iniziativa parlamentare viene inoltre chiesto di abrogare l’articolo della Legge che prevede la conversione in prestito di parte dell’importo concesso per il master
BELLINZONA - Anche il partito socialista si è chinato sull’argomento delle borse di studio e l’ha fatto con un’iniziativa parlamentare.
Il Consiglio di Stato ha approvato il decreto esecutivo per l’anno scolastico 2018/2019 che prevede la riduzione da 1/3 a un 1/10 della parte di borsa di studio automaticamente convertita in prestito i richiedenti che frequentano il master, l’allargamento dei parametri per l’ottenimento di un prestito di studio e la concessione di prestiti eventualmente convertibili successivamente in borse studio qualora la situazione economica di uno studente di grado terziario sia cambiata negli anni successivi alla tassazione determinante.
La deputata in Gran Consiglio Daniela Pugno Ghirlanda - e i cofirmatari Heinrich Bang, Lisa Bosia, Gianrico Corti, Jacques Ducry, Ivo Durish, Milena Garobbio, Raoul Ghisletta, Pelin Kandemir Bordoli, Gina La Mantia, Carlo Lepori, Tatiana Lurati Grassi e Bruno Storni - chiedono che l’importo massimo degli aiuti allo studio (attualmente pari a 16’000 franchi) venga aumentato fino a 20’000 franchi annui.
L’iniziativa propone inoltre - come già sostenuto dal Partito comunista - di abrogare l’articolo 14 capoverso 2 della Legge sugli aiuti allo studio del 23 febbraio 2015, secondo cui «le borse di studio per i richiedenti che seguono un master possono essere convertite fino a un massimo di un terzo in prestiti per decisione del Consiglio di Stato» (per l’anno 2018/2019 è stato decisa la conversione di un 1/10).