Il partito critica la decisione del Consiglio federale: «L’UE è una gabbia in cui la nostra economia potrà solo soffrire»
BELLINZONA - «No al miliardo di coesione». Il Partito Comunista prende posizione nei confronti della decisione del Consiglio federale che ha approvato mercoledì l’avvio della procedura di consultazione per un secondo contributo da parte della Confederazione ad alcuni Stati membri dell’UE.
«Il “miliardo di coesione” pagato dai lavoratori del nostro Paese - spiegano i comunisti in una nota - finirà nelle casseforti di governi dell’Est Europa che hanno distrutto i loro Paesi, gettandoli nelle fauci della Banca Mondiale, dell’UE e della NATO. Esso è inoltre un subdolo modo per le multinazionali svizzere (sponsorizzate coi soldi di tutti noi) di saccheggiare il mercato est-europeo a loro piacimento».
Secondo il Partito Comunista, Il Consiglio federale «regalerà» i soldi svizzeri a governi come quelli di Polonia, Ungheria che finora hanno saputo solo privatizzare, tagliare le pensioni, reprimere i sindacati e spesso gettato sul lastrico i loro stessi cittadini. «Altro che ridurre le disparità fra paesi, queste sono pie illusioni per indorare la pillola!», continua lo sfogo comunista.
«La Svizzera - concludono i comunisti - deve smettere di recepire passivamente i diktat dell’UE e deve riscoprire la sua sovranità economica, investendo piuttosto nell’area euroasiatica e nei paesi emergenti, a partire dai BRICS: lì sta il futuro! L’UE invece è una gabbia in cui la nostra economia potrà solo iniziare un inesorabile declino».