Non avendo finora ricevuto una risposta soddisfacente, Matteo Pronzini ha inoltrato una nuova interpellanza al Consiglio di Stato
BELLINZONA - A seguito della risposta fornita dal vicepresidente del Governo Zali all'interpellanza di Matteo Pronzini “Rimborsopoli alcune domande al CdS”, e considerato «l’opacità che ha caratterizzato questa faccenda», lo stesso Pronzini ha ritenuto di chiedere al Governo delucidazioni su un ulteriore elemento.
Nello specifico ha chiesto conferma del fatto che lo stipendio dell’ex cancelliere Giampiero Gianella non abbia mai superato il massimo della classe salariale previsto dalla previgente legge stipendi del 1954, ovvero il massimo previsto dalla legge sugli onorari dei magistrati, corrispondente a sua volta alla remunerazione di un giudice del tribunale d’appello.
Nella sua risposta il presidente del Governo Manuele Bertoli ha spiegato che «i soldi della Regio Insubrica sono stati pagati da questa e non dal Cantone, quindi non vi è stato un superamento di quella classe». «Un’attività accessoria quella di segretario Regio Insubrica - ricorda Pronzini - apparentemente svolta in tempo di lavoro e avvalendosi di risorse dell’amministrazione cantonale».
In realtà la domanda si riferiva al salario base percepito da Gianella per la sua funzione di cancelliere dello Stato, ad esclusione del compenso a lui corrisposto come segretario della Regio Insubrica, nonché dei forfait di 6’000, rispettivamente 3’600 franchi per spese professionali e telefono cellulare.
Pronzini ha dunque deciso di riformulare la domanda con un’altra interpellanza, in cui si chiede: