Il progetto “La scuola che verrà” continua a far discutere. «Bertoli dovrebbe avere rispetto per chi non la pensa come lui»
BELLINZONA - Non si è fatta attendere la reazione del presidente UDC Ticino Piero Marchesi in merito alla presa di posizione sul referendum contro la riforma “La scuola che verrà” del direttore del Decs Manuele Bertoli.
Ieri il consigliere di Stato aveva dichiarato: «Ci vuole una mente ben contorta per sostenere che investire 34.5 milioni all’anno in più nella scuola pubblica a riforma generalizzata significhi smantellarla».
La risposta - «Bertoli dovrebbe conoscere i meccanismi della democrazia diretta, dove un cittadino che non condivide una decisione del Parlamento ha la facoltà d’invocare il referendum e chiamare il popolo al voto» scrive Marchesi, che aggiunge: «Forse questo strumento è legittimo solamente quando ad usarlo è il partito del Consigliere di Stato? Qualche settimana fa proprio il PS, con altre formazioni, ha consegnato circa 7’000 firme contro la riforma fiscale e sociale approvata dal Parlamento. Loro possono, noi no».
I docenti - Lo scontro tra i due riguarda anche i docenti. Secondo Bertoli infatti «tutti i docenti della scuola dell’obbligo hanno potuto discutere della riforma nel corso di decine di incontri», mentre Marchesi sostiene di aver ricevuto «molte telefonate, email e contatti personali proprio da questa categoria così toccata dal progetto», e aggiunge: «Bertoli, si fidi, molti docenti combattono la sua riforma, forse non in prima fila, ma nelle retrovie sono in molti».
“Menti contorte” - Al centro della risposta di Marchesi c’è anche la frase di Bertoli (vedi sopra) in cui si parla di “menti contorte”. «Ora, che lei sia arrabbiato e offeso ci può anche stare, un Consigliere di Stato dovrebbe però essere sempre pronto a mettersi in discussione. Che poi si accusi chi lancia un referendum, più che legittimo vista la posta in gioco, di avere le “menti contorte”, questo no. Non da una persona che ricopre una delle cariche politiche più importanti del Cantone. Il rispetto, quello che lei ha preteso giustamente in più di un’occasione dovrebbe averlo anche per chi non la pensa come lei».
Infine Marchesi invita Bertoli a «rilassarsi»: le discussioni avverranno una volta raccolte le firme. «È inutile agitarsi ora. Bertoli, stia sereno, le garantisco che metteremo il nostro impegno nella raccolta firme, dopo questa sua infelice uscita anche più di prima».