Il Partito Comunista non è soddisfatto del messaggio adottato oggi dal governo federale sulla direttiva sulle armi
BELLINZONA - Il Partito Comunista definisce «un passo avanti, ma ancora troppo debole», quello effettuato oggi dal governo federale in merito al messaggio che recepisce la direttiva dell’Unione Europea sulle armi. «Lo fa sempre da subordinato, per timore di restare fuori dal mercato e dagli accordi di Schengen/Dublino ritenuti utili per lo scambio di informazioni sul terrorismo internazionale», sottolineano in una nota stampa i comunisti.
Il Partito Comunista chiede poi che durante il servizio militare i Fucili d'Assalto vengano lasciati in caserma e non portati a casa. «Il Governo - continuano i comunisti - poteva adottare ad esempio già allora una tale misura spontaneamente e avrebbe fatto qualcosa di intelligente senza arrivare oggi a dover negoziare con l’UE. Mantenere i Fass in arsenale e evitare magari anche che questi vengano ceduti agli ex-soldati una volta terminato il servizio militare avrebbe evitato almeno in parte tutte queste inutili polemiche».
Secondo i comunisti va finalmente «limitata» la diffusione di armi semiautomatiche dotate di caricatori ad alta capacità di proiettili. «Ci sembra ragionevole, anche alla luce - senza dover scomodare i terribili massacri nelle scuole statunitensi - del numero di suicidi in Svizzera e della presenza di organizzazioni estremiste sul nostro territorio. Sono le armi semiautomatiche con più cartucce, infatti, quelle usate anche dai terroristi. E queste, nel nostro Paese, sono a disposizione di qualsiasi malfattore in ancora molte case, custodite in sgabuzzini o in un armadio in camera da letto: per fortuna lo sono sempre di meno, visto che solo la metà dei giovani porta oggi a termine completamente i propri giorni di servizio militare. Resta tuttavia un problema di ordine pubblico e di sicurezza nazionale che andava celermente affrontato».
Per questo motivo il Partito Comunista ribadisce quanto segue e invita il governo ad andare oltre:
- Durante il servizio militare le armi d’ordinanza devono necessariamente restare in caserma o in arsenale e non portate a domicilio.
- Al termine del servizio militare le armi vanno restituite all’esercito. Chi fa tiro sportivo non avrà problemi a procurarsi l’aggeggio in maniera strettamente controllata, iscrivendolo in un registro federale e attraverso società di tiro. E, visto che parliamo di armi da fuoco e non di palloni da calcio, la supervisione delle autorità federali anche su tali società private va sempre garantito.
- Allestimento di un registro federale delle armi, per garantire un controllo più capillare e meno frammentato delle armi in circolazione.
- Introduzione della prova di necessità e delle capacità per la detenzione di armi, per scongiurare un abuso nell'utilizzo delle armi da fuoco.