La parola ad Alain Bühler, uno dei rappresentanti del comitato No Billag Ticino
LUGANO - Il 65% dei ticinesi si è detto contrario all’iniziativa No Billag. A livello nazionale si prospetta una percentuale ancora più alta. «Sicuramente speravamo in un risultato migliore, ma ci aspettavamo che sarebbe andata così» ci dice allora Alain Bühler, uno dei rappresentanti del comitato No Billag Ticino. E aggiunge: «D’altronde non poteva andare altrimenti, considerando la mostruosa propaganda dei contrari, che ha eventualmente potuto contare anche sul sostegno della RSI».
Negli scorsi mesi la SSR aveva a più riprese sottolineato che l’accettazione dell’iniziativa avrebbe rappresentato la sua fine. «Ma per lo scenario mediatico elvetico, l’abolizione del canone sarebbe stata una rivoluzione». Secondo Bühler, l’iniziativa ha comunque permesso di portare avanti un dibattito che altrimenti non avrebbe avuto luogo.
Ora i cittadini si aspettano quindi i cambiamenti che negli scorsi mesi sono stati promessi dalla SSR. «Promesse fatte soprattutto dalla dirigenza nazionale, poco nulla da quella regionale» sottolinea Bühler. «Non credo che tutti i contrari volessero dare pieno sostegno alla RSI, ma piuttosto una seconda possibilità».
Il prossimo passo? Un’iniziativa che chiede il mantenimento del servizio pubblico con un abbassamento del canone. «È una proposta che avrà sicuramente un maggiore sostegno» conclude Bühler. Un proposta che la Lega dei Ticinesi ha già annunciato di appoggiare.