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Politica«Per un vero accesso dei bambini di 3 anni alla scuola dell'infanzia»

02.03.18 - 17:12
Nadia Ghisolfi ha inoltrato una mozione che chiede l'adattamento delle direttive sulla frequenza
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«Per un vero accesso dei bambini di 3 anni alla scuola dell'infanzia»
Nadia Ghisolfi ha inoltrato una mozione che chiede l'adattamento delle direttive sulla frequenza

BELLINZONA - Le direttive sulla frequenza nella scuola dell’infanzia devono essere adattate in modo che la frequenza a tempo pieno entro la fine di ottobre valga per tutti gli allievi iscritti. È quanto chiede una mozione inoltrata da Nadia Ghisolfi.

Le attuali direttive prevedono che la frequenza di tutti i bambini nuovi, nelle loro prime due settimane di scuola, sia di 4 mezze giornate - senza refezione. I bambini al primo anno obbligatorio devono passare al tempo pieno al più tardi a fine ottobre.

Per gli iscritti all’anno facoltativo c’è maggior margine, ma la frequenza minima è di 4 mezze giornate. La frequenza a tempo pieno, per i bambini non in obbligo scolastico, viene costruita progressivamente e in accordo con la famiglia. Per tutti i bambini alla prima frequenza è parimenti prevista una fase di inserimento progressivo e di osservazione (mesi di settembre e ottobre).

Secondo Ghisolfi l’obiettivo della frequenza a tempo pieno per gli allievi nell’anno facoltativo «sembra in particolar modo venire dimenticato in alcune sedi».

Nel corso della reale introduzione nella scuola dell’infanzia, sempre stando al testo della mozione, la frequenza a tempo pieno per i bambini nell’anno facoltativo non viene più “costruita progressivamente e in accordo con la famiglia” ma «viene imposta secondo un rigido schema uguale per tutti: settembre e ottobre 4 mezze giornate senza refezione, dopodiché, se la maestra considera il bambino pronto, novembre e dicembre si integra la refezione, e poi, sempre a discrezione della

maestra, da gennaio potrà frequentare anche al pomeriggio, ma sempre senza il mercoledì. Un inserimento graduale dovrebbe andare veramente in favore del bambino, e non essere strumentalizzato per creare uno schema di “rallentamento” ingiustificato della frequenza scolastica» sottolinea Ghisolfi. «Ma è normale che una famiglia debba dipendere dall’insegnate attivo in una struttura/comune? Non si dovrebbero applicare le stesse regole in tutto il Cantone?» si chiede la deputata in Gran Consiglio.

In pratica, si chiede di invertire il processo di inserimento e relativa procedura, «questo per impedire che le famiglie si sentano in difficoltà a dover “chiedere” agli insegnanti di modificare l’inserimento del figlio. La frequenza a tempo pieno deve diventare la norma e l’obiettivo per tutti gli allievi, come tra l’altro già definito nelle direttive attuali. Una frequenza minore può essere possibile nell’anno facoltativo se richiesta della famiglia. Se richiesta da parte dell’insegnante, deve essere giustificata e motivata a livello pedagogico».

Cofirmatari: Sara Beretta Piccoli, Fiorenzo Dadò e Sabrina Gendotti. 

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