Massimiliano Robbiani critica stipendi e operato della Rsi e invita a votare Sì a "No Billag"
MENDRISIO - Non le manda certo a dire il granconsigliere della Lega dei Ticinesi e membro del comitato “No Billag” Ticino Massimiliano Robbiani. Con una sua presa di posizione in merito all’ormai prossima votazione del 4 marzo, Robbiani intende chiedere al direttore della RSI Maurizio Canetta e al presidente della Corsi Luigi Pedrazzini le dimissioni «quando i ticinesi diranno Sì a “No Billag”, perché ci hanno preso in giro, hanno buttato via i nostro soldi e ci hanno dato un servizio di qualità discutibile».
Robbiani punta il dito innanzitutto contro gli stipendi dirigenti e dipendenti: «Non mi sembra normale che lo stipendio medio di un dipendente sia di 107'000 franchi, donne delle pulizie comprese. Sono soldi sperperati ed è troppo comodo correre adesso ai ripari. La revisione dei compiti e la riduzione del canone andava pensata prima, annunciare i cambiamenti ora vuol dire che ci hanno preso in giro bruciando milioni e milioni di franchi per tenere loro stessi e i loro amichetti al caldo».
Oltre agli stipendi, Robbiani critica anche il lavoro del servizio pubblico, «che in ogni caso non sparirà e non lascerà le minoranze cieche o mute». «Per anni hanno fatto male il loro lavoro e da mesi occupano il tempo a fare campagna contro “No Billag” grazie al nostro canone, perché i loro stipendi glieli paghiamo noi. C’è qualcosa che non va alla RSI e lo vediamo tutti: sognano di essere Mediaset o la CNN in un Cantone di 380'000 abitanti», conclude in modo amaramente ironico Robbiani.