Gli ecologisti sottolineano la nascita di interi quartieri senza che ci siano i servizi essenziali: «Alle Semine e alla Geretta sorgeranno 200 appartamenti ma i posti nelle scuole sono già esauriti»
BELLINZONA - «Là dove c'era il verde ora c'è una città». Già 50 anni fa il problema della cementificazione era cantato da Adriano Celentano nel suo "ragazzo della via Gluck". Un tema che non è mai tramontato definitivamente e che oggi i Verdi del Bellinzonese rilanciano denunciando «l’incredibile fermento edilizio in atto nella nuova Città di Bellinzona e l'estensione smisurata delle zone edificabili degli attuali piani regolatori».
«Ultima grande abbuffata di cemento» - Gli ecologisti la definiscono «l'ultima grande abbuffata di cemento», sottolineando la nascita di interi quartieri nella capitale senza che ci siano «i servizi essenziali». Un esempio fornito è quello delle scuole che non sarebbero «pronte ad accogliere i bambini che dovrebbero abitare in questi nuovi comparti». Secondo i Verdi, questa situazione «rischia di avere un impatto molto negativo sull’intera comunità, in termini di traffico, vivibilità e disponibilità dei servizi di base».
Semine e Geretta al collasso - Gli ecologisti puntano il dito soprattutto sul nuovo centro di quartiere delle Semine e sul nuovo quartiere della Geretta, dove verranno edificati 200 appartamenti. «In questi comparti - spiegano - già attualmente si assiste a scuole dell’infanzia ed elementari con il tutto esaurito, e poco si potrà fare in tempi brevi per risolvere la questione».
Salvaguardare la situazione attuale - I Verdi del Bellinzonese non ci stanno e pretendono una reazione politica: «Chiediamo di salvaguardare l’attuale situazione, imponendo una zona di pianificazione per l’intero territorio della nuova Città che permetta ora di bloccare qualsiasi rilascio di nuove licenze edilizie. Solo in questo modo - concludono gli ecologisti - avremmo ancora la possibilità di fare delle scelte che possano essere a salvaguardia del territorio, ambiente e vivibilità per le future generazioni».