Il granconsigliere leghista non accetta l'uso di pseudonimi e rilancia su "No Billag": «Un arrosto troppo grosso e succulento, difficile rinunciarvici»
MENDRISIO - Dopo gli insulti ricevuti su Facebook da parte di tale Fabien Collen (il quale nel frattempo ha eliminato il proprio profilo) in merito alla sua posizione - favorevole - a “No Billag, che lo avevano portato a sporgere denuncia, Massimiliano Robbiani torna alla carica.
Con una presa di posizione, il granconsigliere leghista punta il dito proprio contro «l’uso degli pseudonomi o dei profili finti di Facebook per insultare la gente che non la pensa come gli altri». «Va bene avere idee diverse - continua Robbiani - ma se le devi combattere almeno che lo si faccia con nome e cognome. Personalmente non sempre mi esprimo con i guanti e qualche volta avrò pure esagerato, ma ho poi sempre portato la mia persona davanti anche alla giustizia senza nascondermi».
Robbiani torna poi sull’oggetto in votazione il 4 marzo. Gettando acqua sul fuoco? Tutt’altro. Per il politico momò «la guerra attorno alla No Billag non è solo il fumo dell’arrosto ma vuole significare che l’arrosto è bello grosso, grasso e succulento e che chi vive con i soldi della Billag sia poco disposto a rinunciare almeno a una parte del suo bottino».
Insomma, mancanza di autocritica e vivere al di sopra delle possibilità è quanto Robbiani rinfaccia alla Rsi, sulla quale Robbiani nutre pure dei sospetti, nemmeno troppo velati: «Mi viene il dubbio che tutti questi blogger anonimi gravitano attorno a Comano e non osano mettere fuori la faccia, il nome e il cognome perché non sarebbe accettato da un normale datore di lavoro».