La nuova Legge non piace ai promotori dell'iniziativa presentata due anni fa. Jessica Bottinelli: «Porta all'impoverimento dei ticinesi. Lo sanno quanto spende una famiglia?»
BELLINZONA - Oltre alle prese di posizioni di MPS e PS (vedi articolo correlato), la sinistra ticinese ha reagito alla nuova Legge sul salario minimo anche per bocca dei Verdi, che minacciano il referendum. Anche a loro - che due anni fa avevano lanciato l’iniziativa “Salviamo il lavoro in Ticino!”, approvata dal popolo con il 54,7% dei voti - le cifre pubblicate dal Governo non piacciono e «disattendono totalmente lo scopo del salario minimo sociale, ovvero quello di poter permettere ai cittadini e alle cittadine residenti su territorio ticinese di poter vivere senza ricorrere agli aiuti sociali».
Jessica Bottinelli esprime tutta la delusione del partito: «Questa proposta sminuisce il valore dei lavoratori ticinesi. La cosa peggiore è il confronto con il salario mediano svizzero». Il salario minimo deciso dal Consiglio di Stato è fissato infatti applicando una percentuale del 55% alla mediana salariale nazionale per settore economico. «Questo vuol dire - continua la co-coordinatrice dei Verdi - che il lavoratore ticinese vale la metà del lavoratore svizzero. Ed una cosa gravissima».
Per Jessica Bottinelli «la cosa che lascia l’amaro in bocca è che la sentenza del Tribunale federale - che ha respinto i ricorsi contro l’imposizione legale di una retribuzione minima oraria di 20 franchi nel cantone di Neuchâtel - dice che lo scopo del salario minimo è arginare la povertà, che in Ticino è in crescita. La forchetta proposta nel messaggio porta all’impoverimento della popolazione e, di conseguenza, a quello dello Stato».
Gli importi contenuti nel messaggio - inferiore ai 20 franchi orari - dimostrano che «la classe politica non ha nessun contatto con la realtà. I Consiglieri lo sanno - continua Bottinelli - quanto spende una famiglia ticinese per vivere, pagare l'affitto, la cassa malati? La scollatura tra il loro mondo e la vita reale del Cantone inizia a essere davvero preoccupante».
Critiche vengono mosse anche al calcolo effettuato dal Governo ticinese, basato su 41,5 ore settimanali (anziché 40). «Ci si attacca alle piccole cose in negativo. Gli interessi di chi difendono i Consiglieri di Stato?».
A questo punto, i Verdi «valuteranno attentamente e approfondiranno il meccanismo scelto per definire queste cifre». In un incontro con le forze politiche che hanno appoggiato l'iniziativa - che si terrà probabilmente già questa settimana - i Verdi «valuteranno attentamente e approfondiranno il meccanismo scelto per definire queste cifre» e, qualora il Gran Consiglio dovesse avvallare questa proposta, è molto probabile che sarà lanciato il referendum «e - perché no - anche un'iniziativa che contenga una cifra specifica».
Il tema sarà approfondito durante l'assemblea straordinaria che si terrà l'11 novembre presso la sala del Consiglio comunale di Bellinzona.