Una mozione chiede di analizzare il fenomeno airB&B in Ticino e di tutelare i settori toccati, aggiornando le normative in vigore
LUGANO - La rivoluzione alberghiera firmata “airB&B” inizia a creare una certa inquietudine politica anche in Ticino, dove si registra un numero sempre maggiore di cosiddetti “albergatori fai da te”.
Cifre alla mano, alla fine di giugno in Ticino risultavano registrate 897 strutture, per un totale di 2462 posti letto. Una capacità di accoglienza equivalente al 15% di quella offerta dal settore alberghiero. Il “fenomeno” - viene spiegato in una mozione inviata al Consiglio di Stato da Tiziano Galeazzi (UDC), Sara Beretta Piccoli (PPD) e Matteo Quadranti (PLR) - pone quesiti molto importanti, sui quali il nostro Cantone, a differenza di altri, deve ancora soffermarsi.
Cinque sono gli elementi chiave individuati dai tre deputati e sui quali è necessario concentrarsi per «analizzare e monitorare sistematicamente lo sviluppo» di queste pratiche: la tassa di soggiorno, la fiscalità, la questione relative alle verifiche di sicurezza degli affittuari, il rischio di crescita speculativa degli affitti e la concorrenza impari tra il settore alberghiero e quello privato, che sfrutta questo sistema d’affitto.
La mozione chiede quindi di tutelare i settori toccati dal fenomeno, «regolamentando, aggiornando o ampliando leggi e normative già in vigore».