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BELLINZONAAssalto agli sportelli di quartiere, ma i trasferimenti non piacciono

20.10.17 - 12:53
Il periodo di transizione sta per finire. Si va verso la Grande città. Ufficialmente. Non tutti i dipendenti stanno digerendo le novità. Il segretario comunale Philippe Bernasconi: «È normale»
TiPress
Assalto agli sportelli di quartiere, ma i trasferimenti non piacciono
Il periodo di transizione sta per finire. Si va verso la Grande città. Ufficialmente. Non tutti i dipendenti stanno digerendo le novità. Il segretario comunale Philippe Bernasconi: «È normale»

BELLINZONA – Da una parte, decine di dipendenti spostati qua e là. Anche a diversi chilometri di distanza rispetto al passato. Con relativi malumori. Dall’altra, sportelli di quartiere presi d’assalto. Con un’utenza, in alcuni casi, raddoppiata. Sono due facce della stessa medaglia, quella di una Bellinzona che si prepara a diventare ufficialmente Grande. Mentre tiene banco la raccolta firme indetta da alcuni cittadini per abbassare gli stipendi di sindaco e municipali, dal primo di gennaio del 2018 i 13 Comuni coinvolti nell’aggregazione decretata lo scorso aprile non esisteranno più. Ci sarà, invece, un unico polo urbano di oltre 42mila abitanti. «Siamo pronti – sospira il segretario comunale Philippe Bernasconi –. Il periodo di transizione sta per terminare».

Tra i dipendenti sembra serpeggiare un certo malumore a causa dei numerosi spostamenti effettuati. Come avete gestito queste situazioni?

A noi non sono arrivate lamentele particolari. Anche se è normale che quando ci sono cambiamenti non tutti facciano subito salti di gioia e occorra un po' di tempo per abituarsi. In generale abbiamo però apprezzato lo spirito positivo e propositivo di tanti collaboratori della nuova Città. Eccezion fatta per i docenti, per il personale delle case anziani e per gli impiegati delle Aziende Municipali, una buona parte degli altri dipendenti ha cambiato posto di lavoro e in alcuni casi funzione. Stiamo parlando di alcune centinaia di persone. La nostra intenzione era quella di collocare in ogni quartiere, un servizio centralizzato. Ad esempio, le finanze ora sono tutte gestite da Giubiasco. Con un progetto del genere, era inevitabile ricorrere a spostamenti. D’altra parte il luogo di lavoro di questi collaboratori è Bellinzona. E Bellinzona ora comprende un territorio più ampio.

Quindi possiamo dire che tutti i collaboratori della Grande Bellinzona, al momento, sono dipendenti felici?

Nessuno ha perso il posto di lavoro. E tutti manterranno perlomeno il salario precedente. Questo va ricordato. Abbiamo riorganizzato il sistema, ricalibrando le forze. Prima di iniziare, abbiamo comunque sentito, uno a uno, a voce oppure tramite formulario, i desideri dei dipendenti. Possiamo dire che il 90% dei “desiderata” è stato rispettato.

In quartieri più periferici, come ad esempio Gudo, si teme lo smantellamento quasi totale dei servizi. Si tratta di paure fondate?

No. Vogliamo che in ogni quartiere ci sia uno sportello che offra le prestazioni di base. Al limite rifletteremo sugli orari di apertura. In alcuni quartieri forse non ha senso tenere aperto lo sportello per 8 ore al giorno, per cinque giorni a settimana.

Ad alcuni l’espressione “sportello di quartiere” suona ancora come estranea. Cosa ne pensa?

I dati parlano chiaro. Il concetto di sportello di quartiere piace. Perché in ognuno dei 13 ex Comuni ce n’è uno. E questo significa che un cittadino della Grande Bellinzona può ottenere le stesse, identiche, prestazioni di base non specialistiche in ognuno di questi 13 sportelli. Ad esempio in quelli più centrali come Bellinzona, Giubiasco, Sementina e Monte Carasso, negli ultimi mesi, l’utenza ha subito una grossa impennata. In alcuni giorni è addirittura raddoppiata. E per evitare lunghe code di attesa, abbiamo riorganizzato il dispositivo del personale.

Concretamente questo cosa significa?

Che una persona magari è di Claro, ma durante la giornata si trova, per lavoro o per altri motivi, a Sementina. E può recarsi allo sportello di Sementina e ricevere le identiche prestazioni che avrebbe ricevuto nel suo ex Comune. Uno va dove è più comodo. Poi, chiaramente, ci sono anche sportelli più periferici, che registrano invece un comprensibile calo. Ma non smantelleremo nulla.

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