I socialisti confermano la bocciatura per “Prima i nostri!”: «Le lavoratrici e i lavoratori vanno protetti rafforzando i salari e le condizioni di lavoro, non dividendoli»
BELLINZONA - La proposta di nove misure urgenti a tutela del lavoro e dei salari in Ticino, presentate dalla Direzione del Partito, sono state adottate all’unanimità dalla Conferenza cantonale del Partito Socialista, tenutasi a Bellinzona questa mattina e intitolata «Insieme per un lavoro e dei salari dignitosi».
La proposta si pone l'obbiettivo di portare «misure concrete ed efficaci ai problemi del mondo del lavoro in Ticino, non dei proclami inattuabili».
Qui di seguito le nove misure proposte:
Regolamentare il settore delle agenzie interinali; creare un fondo per il lavoro; definire il salario minimo legale superiore alla soglia definita dalle prestazioni sociali di base; potenziare le misure di controllo e di vigilanza del mercato del lavoro; istituire un Ente cantonale per lavori di utilità̀ pubblica; applicare da subito l’art. 10 della L-Rilocc; aumentare e rafforzare nella direzione della “preferenza nazionale light” l’azione degli uffici regionali di collocamento (URC); dar seguito alle conclusioni del Piano cantonale dell’alloggio; insistere per il vincolo degli enti beneficiari di contratti di prestazione all’adesione a un contratto collettivo di lavoro.
La Conferenza cantonale del PS ha deciso inoltre di non accettare le proposte della Commissione “Prima i nostri!”.
«La legge d’applicazione - riferisce un comunicato dello stesso Partito Socialista - propone un’inaccettabile principio di discriminazione: le lavoratrici e i lavoratori vanno tutelati rafforzando le condizioni di lavoro e i salari, non dividendoli».
Il PS conferma quanto già sostenuto prima del voto popolare, e cioè che «questa iniziativa è un insieme di proclami non attuabili dal Cantone».
Nel corso della Conferenza cantonale sono state trattate più tematiche e presentati differenti aspetti della situazione del lavoro in Ticino. Il peggioramento delle condizioni di lavoro e il livello dei salari sono stati però il nocciolo della questione.
A preoccupare maggiormente il PS sono i salari, definiti «i peggiori della Svizzera», la disoccupazione «sempre più strutturale e che la crescita economica non riesce a riassorbire», e infine le irregolarità relative ai salari, le condizioni di lavoro sia per quanto riguarda gli orari, le indennità o le norme di sicurezza così come le denunce di rilevanza penale, come l’usura e lo sfruttamento di persone.