Lorenzo Quadri interpella il Consiglio federale riguardo al cambiamento di paradigma ipotizzato dalla Commissione dell'Unione europea. «Avrebbe conseguenze pesanti per la Svizzera»
BERNA - L'Unione europea progetta di cambiare il sistema relativo alle indennità di disoccupazione per i frontalieri. Se dovesse concretizzarsi, la modifica comporterebbe un'enorme spesa supplementare per la Svizzera che potrebbe trovarsi costretta a sborsare centinaia di milioni di franchi.
La proposta proveniente dall'Ue ha fatto storcere il naso a più di un politico. E tra gli scontenti vi è pure il consigliere nazionale ticinese Lorenzo Quadri che chiede al Consiglio federale «come intenda agire per evitare il pagamento della disoccupazione ai frontalieri».
Quadri nella sua interpellanza ricorda che secondo «la nuova versione comunitaria, dovrebbe essere lo Stato in cui il frontaliere ha lavorato l’ultimo anno, e non più (come ora) quello di residenza».
Un cambio delle regole del gioco che coinvolgerebbe gli oltre 314.000 frontalieri che lavorano e pagano i contributi nel nostro Paese, ricevendo le indennità dallo Stato di residenza. «In cambio la Svizzera versa ai Paesi di residenza dei frontalieri un indennizzo pari a 3 mesi di disoccupazione per chi ha lavorato meno di un anno o a 5 mesi per chi ha lavorato di più».
I Cantoni con molti frontalieri - sottolinea Quadri - si troverebbero confrontati con la necessità di potenziare in modo importante gli URC, facendosi carico dei rispettivi costi aggiunti. «Il Ticino dove è attivo oltre il 20% del totale dei frontalieri presenti su territorio nazionale sarebbe uno dei più toccati. . Oltretutto - continua il consigliere nazionale leghista - i frontalieri si iscriverebbero in massa agli URC, beneficiando così delle misure decise dalle Camere federali nell’ambito della (non) applicazione dell’iniziativa “contro l’immigrazione di massa”».
Nello specifico Quadri chiede al Consiglio federale di esprimersi «sul cambiamento delle regole del gioco ipotizzato dalla Commissione europea in materia di disoccupazione dei frontalieri», di esporre le contromisure «concrete per contrastarlo» e infine se il Governo abbia «intenzione di avviare un dibattito sul tema».