In un postulato, Marco Romano chiede al Consiglio federale di analizzare le conseguenze e gli effetti avuti dall’ultima revisione della Legge sulla disoccupazione approvata dal popolo nel 2010
BERNA - Cinque anni fa entrava in vigore la quarta revisione della Legge sull'assicurazione contro la disoccupazione (LADI). Con un postulato, il consigliere nazionale ticinese Marco Romano chiede al Consiglio federale di analizzare gli effetti e le conseguenze avuti dall’ultima revisione della Legge sulla disoccupazione approvata dal popolo nel 2010 «soprattutto alla luce della situazione sul mercato del lavoro ticinese».
Le statistiche - sottolinea il consigliere nazionale - evidenziano effetti diretti sia sui giovani sia sui lavoratori anziani. Nello specifico Romano chiede di valutare «l’effetto del periodo di attesa prima di poter avere accesso ai contributi» per i primi e «la presenza di un passaggio sistematico dalla disoccupazione all’assistenza» per i secondi.
Il parlamentare del PPD è comunque soddisfatto dell'esito della revisione. « Nel complesso ha riordinato i conti di questa fondamentale assicurazione sociale».
Ecco il postulato inoltrato al Consiglio federale da Marco Romano nella sua forma integrale:
Richiesta
Il Consiglio federale è incaricato di presentare un rapporto descrittivo sugli effetti della 4a revisione della Legge sull’assicurazione contro la disoccupazione (LADI) a cinque anni dall’entrata in vigore. Nello specifico, avvalendosi dei dati disponibili, è opportuno esporre gli effetti sulle persone in entrata nel mondo del lavoro al termine degli studi, sui disoccupati di lunga durata, nonché l'eventuale trasferimento di costi dall’Assicurazione Disoccupazione all’assistenza sociale, a carico dei cantoni e dei comuni.
Argomentazione
Il 1° aprile 2011 è entrata in vigore la 4a revisione della Legge sull'assicurazione contro la disoccupazione per sanare una situazione deficitaria. La riforma conteneva numerose modifiche puntuali mirate a tipologie specifiche di persone senza impiego. Nello specifico, per esempio, il periodo di attesa di 120 giorni per i giovani che concludono gli studi e si affacciano sul mondo del lavoro, la riduzione del periodo di prestazioni per i disoccupati di lunga durata e la soppressione della presa in considerazione delle indennità compensative nel calcolo del guadagno assicurato in un termine-quadro successivo. A cinque anni dall’entrata in vigore, le misure hanno certamente generato effetti concreti sul mercato del lavoro nazionale. Un’analisi descrittiva da parte del Consiglio federale permetterebbe di valutare le conseguenze e poter impostare future riforme. Con riferimento alle misure citate è opportuno verificare la conseguenza diretta del periodo di attesa osservando l’evoluzione del numero di giovani al beneficio delle prestazioni di disoccupazione, rispettivamente il numero di persone che a causa dell’esaurimento del diritto alle prestazioni si trovano nella situazione di dover accedere al sostegno sociale. Un recente studio della SECO ha dimostrato che da un lato, si è ridotta la durata media della disoccupazione nel primo anno dopo aver perso il lavoro, ma dall’altro, è aumentata di molto la probabilità che un disoccupato esca dal nostro sistema assicurativo senza aver trovato un impiego. La riforma ha comunque prodotto l’effetto di riportare sotto controllo i conti. Sennonché è verosimile che vi possa essere un trasferimento di costi dall’Assicurazione Disoccupazione all’assistenza sociale che provoca un aumento importante dei beneficiari e di conseguenza dell’onere finanziario a carico dei cantoni e dei comuni.