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CRONACAMarchesi contro Le Iene: «Non vi permetto di chiamarci opportunisti e razzisti»

12.10.16 - 16:17
Con una lettera alla redazione del noto programma di Mediaset il presidente UDC Ticino non le manda a dire. E critica il servizio su "Prima i nostri"
Marchesi contro Le Iene: «Non vi permetto di chiamarci opportunisti e razzisti»
Con una lettera alla redazione del noto programma di Mediaset il presidente UDC Ticino non le manda a dire. E critica il servizio su "Prima i nostri"

LUGANO - Non sono certo parole di stima quelle che Piero Marchesi, presidente UDC Ticino, ha scelto di inviare oggi all'indirizzo della redazione del programma “Le Iene” di Mediaset. Il motivo di tanta acredine si concentra tutto nel servizio andato in onda ieri su Italia 1 e che ha offerto agli spettatori un approfondimento sull'iniziativa "Prima i nostri", che tanto sta facendo discutere in queste settimane. 

Nonostante l'inviato abbia messo modo in cattiva luce non tanto i promotori dell'iniziativa popolare, quanti i sostenitori leghisti (andando a trovare Bignasca e Quadri in via Monte Boglia), per Marchesi il servizio tutto «non ha fornito un approfondimento su tema, ma ha unicamente incentivato la polemica».

Marchesi snocciola quindi le sue osservazioni sull'argomento frontalieri offrendole sia a chi ha realizzato il servizio Mediaset (la redazione delle Iene, appunto) che ai media tutti che oggi ne hanno fatto cenno: «I lavoratori frontalieri da molti decenni sono una componente importante per l’economia del nostro Cantone. Sono sempre stati impiegati, a piena soddisfazione di entrambe le parti, in quei settori dove la manodopera locale era insufficiente - sottolinea il Presidente UDC -. La manodopera frontaliera è sempre stata complementare ai lavoratori residenti. Purtroppo, con l’avvento della libera circolazione delle persone – accordo stipulato dalla Svizzera con l’UE all’inizio degli anni 2000, nel contesto degli accordi bilaterali - la manodopera estera, sempre più numerosa e qualificata, è andata viepiù sostituendo i lavoratori residenti».

I motivi sono chiari e sono gli stessi che, d'altra parte, sono emersi dal servizio di Italia 1: i lavoratori frontalieri possono permettersi di percepire salari di molto inferiori rispetto a chi vive in Ticino.

Un fenomeno, questo, che, con un tasso di disoccupazione attorno al 7% (secondo dati ILO), per Marchesi è «allarmante». «Il nostro Cantone stà di fatto emarginando i lavoratori residenti per favorire i lavoratori frontalieri - sottolinea -. Ciò è poco intelligente e lungimirante e alla lunga provocherà derive sociali importanti. L’iniziativa in oggetto non è dunque contro i frontalieri, ma semmai in favore dei lavoratori residenti (non solo svizzeri ma anche stranieri residenti)».

Marchesi non manca di spendere qualche parola polemica nei confronti dello Stato italiano tutto: «Avere 65'000 persone che lavorano in Ticino è una preoccupazione in meno circa la loro occupazione. Vista la situazione del mercato del lavoro in Italia, mi pare di poter affermare che il Ticino toglie un bel problema al Governo italiano. L’Italia è l’ultimo Paese che può dare lezioni alla Svizzera».

E non manca di offrire una rosea previsione: «Nei prossimi mesi la politica del nostro Cantone si impegnerà ad attuare l’iniziativa, così come votata dal popolo, senza accettare alcuna pressione esterna. Sono convinto che l’applicazione di questo provvedimento contribuirà a migliorare la qualità di vita dei residenti e aumenterà le opportunità dei lavoratori ticinesi. Inoltre tutto ciò permetterà anche di calmierare le tensioni che si sono create negli ultimi anni tra ticinesi e frontalieri. Con tutto il rispetto dovuto a voi e al vostro Paese, non posso accettare che si dipinga la Svizzera e il Ticino - con il relativo popolo - come razzista e opportunista».

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