Il Gruppo PPD in parlamento ritira la firma dal rapporto commissionale sulla Cassa pensione e sull'aumento dei salari dei Consiglieri di Stato: «Ticinesi chiamati ai sacrifici»
BELLINZONA - Il Gruppo PPD ritira la firma dal rapporto commissionale sulla Cassa pensione e sull’aumento dei salari dei Consiglieri di Stato. E' questa l'ultima novità giunta giovedì pomeriggio dal partito Popolare Democratico che, in sostanza, non ritiene giusto aumentare il salario ai Consiglieri di Stato in un momento in cui, con la manovra di rientro votata martedì dal Parlamento, si chiedono sacrifici ai ticinesi.
La decisione di ritirare la firma è spiegata nel dettaglio dal PPD attraverso una nota diramata oggi.
I Popolari democratici ricordano che, «nella mattinata di martedì scorso la maggioranza della Commissione della gestione ha sottoscritto il rapporto di Michele Foletti (Lega) per aumentare il salario dei Consiglieri di Stato, così da compensare l’importo che viene trattenuto a titolo di contributo previdenziale a seguito della decisione Gran Consiglio della fine della scorsa legislatura.
Nel pomeriggio della stessa giornata la maggioranza del Gran Consiglio ha votato una serie di misure volte a raggiungere il riequilibrio delle finanze cantonali».
Il PPD mette in evidenza come «durante la discussione è stato più volte evidenziato che questi provvedimenti, uniti alle misure già decise autonomamente dal Consiglio di Stato, comporteranno diversi sacrifici per i cittadini ticinesi, sia in termini di maggiori oneri fiscali (valori di stima, aumento di alcune tasse causali, riduzione delle deduzioni per trasferte professionali, ecc.), sia in termini di minori aiuti sociali (assistenza, assegni famigliari, sussidi di cassa malati, ecc.)».
«La popolazione ticinese - osserva il PPD - sarà quindi chiamata a uno sforzo considerevole, soprattutto se si confermeranno le notizie di importanti aumenti dei premi di cassa malati per il 2017».
Il Gruppo PPD specifica di aver ritenuto «di appoggiare queste misure, perché ritiene che solo risanando i conti pubblici sarà possibile assicurare anche in futuro dei servizi e delle prestazioni sociali
di qualità».
I popolari-democratici ritengono che «una simile manovra, proprio per le implicazioni concrete sulla vita dei cittadini, deve però avvenire con un’attenzione particolare alla solidarietà e alla simmetria dei sacrifici, tutelando in particolare le fasce più fragili della popolazione».
«La maggioranza PLRT-Lega-UDC ha invece deciso di forzare la mano, rifiutandosi persino di rivalutare la norma che imputa un salario teorico a chi, senza sua colpa, non riesce a trovare lavoro e che potrebbe escludere dagli assegni di famiglia (AFI/API) decine di famiglie ticinesi in difficoltà. Questo ha portato ad affossare per pochi voti le conclusioni contenute nel Rapporto del collega Giorgio Fonio e sostenute dal nostro Gruppo».
«Il Gruppo PPD - conclude la nota - ritiene che in questo momento delicato occorra dimostrare maggiore sensibilità e maggiore coerenza, ma anche prestar fede a quanto si è sempre predicato, in
particolare da parte di chi si dice ad ogni piè sospinto vicino alla gente».