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CANTONERocco Cattaneo spara a zero: «Quell'iniziativa vende solo fumo»

31.08.16 - 17:49
Parole dure contro l'iniziativa UDC "Prima i nostri": «Illude i cittadini del nostro Cantone, poiché è formulata in maniera tale da suscitare false aspettative»
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Rocco Cattaneo spara a zero: «Quell'iniziativa vende solo fumo»
Parole dure contro l'iniziativa UDC "Prima i nostri": «Illude i cittadini del nostro Cantone, poiché è formulata in maniera tale da suscitare false aspettative»

BELLINZONA - A poche settimane dal voto popolare, il presidente del PLRT Rocco Cattaneo si esprime sull’iniziativa costituzionale “Prima i nostri”. Le sue parole non sono certo elogi: «Continua a essere descritta dai suoi promotori come la panacea di tutti i mali che affliggono il nostro mercato del lavoro. Ma è chiaramente un’operazione di marketing politico perché già in partenza è risaputo che l’iniziativa non è attuabile». 

Secondo Cattaneo, il titolo di tale iniziativa è certamente «accattivante e cavalca l’onda della protesta generalizzata e generica contro i frontalieri (e chi li assume) fomentata da anni di propaganda leghista». Il presidente del PLRT, tuttavia, trova che non abbia centrato il problema, anzi: «ha gonfiato le questioni del mercato del lavoro ben oltre i problemi reali che la libera circolazione della manodopera ha posto. Problemi che nessuno nega, ma che vanno affrontati e risolti con soluzioni realistiche e applicabili, come quella che il Canton Ticino ha proposto e che il nostro ministro dell’economia Christian Vitta sta portando avanti a livello nazionale per garantire un’applicazione del “9 febbraio”».

Cattaneo, infine, punta il dito contro una certa retorica di destra: «Anni di propaganda hanno diffuso astio e veleno tra la gente, facendo leva più su percezioni che su dati di fatto, hanno suscitato paura, false aspettative e illusioni; e, soprattutto, hanno criminalizzato il mondo degli imprenditori, piccoli e grandi, composto per la stragrande maggioranza da persone serie e oneste, che  creano lavoro e ricchezza, che contribuiscono al finanziamento dello Stato, dei suoi servizi e del sistema sociale. Quindi non soltanto dalle poche “pecore nere” che, giustamente, vengono messe all’indice».

Cattaneo non nega che i principi generali dell’iniziativa appaiano perlopiù condivisibili: «penso in particolare alla volontà di proteggere la manodopera residente dal dumping salariale e dal rischio di sostituzione», ma trova anche che la verità sia ben diversa da quella dipinta da chi ha lanciato questa iniziativa. «Il testo posto in votazione presenta tutta una serie di criticità che nella sostanza rendono l’iniziativa inattuabile. Si tratta, infatti, di una proposta unicamente declamatoria, alla quale non potranno seguire risposte concrete e tangibili».

Viene quindi tirato in ballo il professor Giovanni Broggini, dell’Università di Zurigo, che si era espresso in merito alla ricevibilità dell’iniziativa, e che aveva evidenziato come gli obiettivi della proposta «Non potranno comunque essere raggiunti, visti i limiti imposti dal diritto nazionale e internazionale, che il Ticino non può ignorare. La sua reale possibilità di concretizzazione è pertanto pressoché nulla»,sottoliea Cattaneo.

Per lui, insomma, l’iniziativa «illude i cittadini del nostro Cantone, poiché è formulata in maniera tale da suscitare false aspettative nella popolazione. Mi chiedo come mai i democentristi ticinesi non abbiano il coraggio, una volta per tutte, di lanciare un’iniziativa volta a disdire gli accordi con l’UE». Quindi si risponde: «Christoph Blocher e il suo presidente Albert Rösti, attraverso pubblicità apparse a tutta pagina sui media nazionali, hanno lodato e sostenuto la “sperimentata via bilaterale”. Un po’ di coerenza non guasterebbe in questi casi».

 

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