Il funzionario cantonale nel mirino del deputato Boris Bignasca che, in un'interrogazione, chiede se vi sono i presupposti per un licenziamento dopo i commenti contro la polizia e la Svizzera
BELLINZONA - E' finita sul tavolo del Consiglio di Stato il caso di Ruggero D'Alessandro, funzionario pubblico alle dipendenze del Dipartimento della Sanità e socialità del Cantone Ticino con la mansione di Responsabile dell'inserimento socio professionale dell'Ufficio sostegno sociale e inserimento e docente presso i corsi dell'ATTE che recentemente ha pubblicato su internet delle opinioni che non sono piaciute alla destra ticinese.
Il deputato in Gran Consiglio della Lega dei Ticinesi, Boris Bignasca, ha inoltrato Governo cantonale un'interrogazione parlamentare in cui si chiede come mai «un funzionario dirigente proveniente da Palermo e che lavora per il Dipartimento di Beltraminelli attacca la Svizzera e le nostre istituzioni».
D'Alessandro, come riferito nel documento, avrebbe esternato via internet «dei commenti molto duri nei confronti del nostro Paese e della sua gente». Eccoli:
Il deputato leghista, inoltre, ritiene discutibile il fatto che «per un posto di lavoro cantonale, sia stato assunto un professore palermitano che non sembra avere molta considerazione e rispetto del paese che lo ospita. Tanto più, tenendo conto della disoccupazione che colpisce i Ticinesi, risulta incomprensibile come mai non sia stato assunto un ticinese per una funzione di quadro nell'amministrazione cantonale». Nelle sue dieci domande, Bignasca chiede al Governo se non vi fossero ticinesi idonei alla funzione, come giudica le esternazioni di D'Alessandro su Facebook, e quali sanzioni intende emettere il Governo nei suoi confronti e se sussistono i presupposti per un licenziamento.