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BELLINZONAPAB 3, ai Verdi del Bellinzonese e a Bellinzona vivibile non piace

13.05.16 - 09:21
PAB 3, ai Verdi del Bellinzonese e a Bellinzona vivibile non piace

BELLINZONA - I Verdi del Bellinzonese e il movimento Bellinzona Vivibile hanno consegnato negli scorsi giorni congiuntamente le loro osservazioni rispetto al programma di agglomerato di terza generazione del Bellinzonese (PAB 3).

I due movimenti ambientalisti hanno valutato in maniera critica le schede in relazione al futuro urbanistico della Capitale e del suo agglomerato, «che annienterebbe di fatto entro breve tempo tutte le zone verdi attualmente esistenti. Un documento che non tiene minimamente conto delle consultazioni popolari (si veda la scheda relativa al comparto di Pratocarasso) e che vorrebbe andare ad eliminare importanti comparti d’interesse pubblico a cominciare dallo Stadio Comunale».

«Se tali schede fossero realizzate così come proposte ci troveremmo una città di oltre 100'000 abitanti in breve tempo con un raddoppio della popolazione rispetto all’attuale» affermano i Verdi e Bellinzona vivibile.

Ritengono inoltre  che sia necessario puntare sulla qualità di vita e non su uno sviluppo quantitativo fine a se stesso. «Questo PAB difende gli interessi dei palazzinari anziché quello della popolazione di Bellinzona, che ha scelto di rimanere o di insediarsi proprio per le caratteristiche attuali della Città e della sua qualità di vita».

Nelle valutazioni del documento i due movimenti hanno inoltre valutato in maniera piuttosto critica le misure previste per quanto riguarda la mobilità dolce. In particolare si è rilevato come alcune delle misure previste «non siano assolutamente prioritarie e che in alcuni casi non vadano neppure nell’interesse dei diversi utenti. In questo senso basti pensare alla volontà di trasformare in un percorso ciclabile l’intera diga insommergibile sul fiume Ticino, attualmente molto apprezzata invece da chi attualmente la utilizza per lo svago di tipo pedonale».

I Verdi e Bellinzona Vivibile auspicano che le numerose osservazioni fornite portino ad un riorientamento importante di questo piano di agglomerato affinché lo stesso possa essere uno strumento volto a migliorare la vivibilità del Bellinzonese e «non lo strumento di chi immagina di insediare una nuova Lugano a nord del Ceneri».

 

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