Consiglio federale, Norman Gobbi lancia qualche frecciatina al Partito Socialista, che ha ritenuto il Presidente del Consiglio di Stato ineleggibile
BERNA - È andata male, ma è stato ugualmente un successo. Per Norman Gobbi la sconfitta alla corsa per un posto in Consiglio federale non lascia l'amaro in bocca.
Anzi. Ai microfoni dei giornalisti che lo hanno intervistato ha ripetuto più volte di essere "soddisfatto del risultato ottenuto".
Anche perché la sfida era oggettivamente molto ardua e Gobbi ne era consapevole. Ma lui, come ha dichiarato a un giornalista svizzero-tedesco, ha lottato "come un orso" e i cinquanta voti ottenuti al primo turno sono stati accolti con soddisfazione. Il presidente del Consiglio di Stato torna in Ticino, come ha dichiarato a caldo poco dopo l'elezione di Guy Parmelin, "con uno zaino riempito di una grande esperienza, che non è concessa a tutti i Consiglieri di Stato, soprattutto dei Cantoni latini e del sud delle Alpi".
Il sogno di Norman Gobbi e dei ticinesi che lo sostenevano si è infranto con una politica federale che non ama esponenti politici troppo profilati. Lo ha fatto capire chiaramente Silva Semadeni, consigliera nazionale socialista che alla Rsi ha dichiarato che "La Lega ha portato una politica culturale in Svizzera, di cui non abbiamo bisogno".
A Gobbi i rappresentanti del fronte rosso-verde in parlamento non hanno perdonato la sua appartenenza alla Lega e l'accusa di razzismo nei suoi confronti, viste le sue posizioni sulla politica migratoria e l'episodio della Valascia del 24 novembre del 2007, (aveva fatto una battuta nei confronti del giocatore dell'HC Lugano, Anson Carter), sono pesati come macigni. Ed è stato inutile per il 38enne ripetere alla stampa di non essere un razzista.
Il presidente del Partito socialista ha dichiarato che Gobbi, durante l'audizione con i rappresentanti del Partito Socialista, di non essersi distanziato da alcuni fotomontaggi del Mattino della Domenica, il domenicale della Lega dei Ticinesi. Gobbi ha risposto contrattaccando: "Non mi sembra che i Consiglieri federali socialisti si siano distanziati dai manifesti pubblicitari della Gioventù socialista, in cui si sono superate ampiamente determinate regole del gioco politico. Ho semplicemente ribadito che Norman Gobbi è Consigliere di Stato del Canton Ticino, presidente del Governo. Non è né l'editore né il caporedattore del Mattino. Di conseguenza non mi distanzio da ciò di cui non ho nessuna influenza, anche perché rispetto fortemente la libertà di stampa, nel bene e nel male".
E' stata questa presa di posizione ad aver compromesso la possibilità di ricevere i voti necessari tra i parlamentari di sinistra per l'elezione in Consiglio federale? Che vi fossero dei rappresentanti rosso-verdi che nutrissero una certa simpatia per Gobbi è il diretto interessato ad esprimere apertamente il suo scetticismo: secondo il leventinese "non facciamo dietrologia. Sono stato identificato come ineleggibile già molto tempo prima che la mia candidatura diventasse ufficiale".