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CANTONEBilaterali? "Tutti e soltanto a favore dei datori di lavoro"

06.06.15 - 19:00
Raoul Ghisletta insiste e rilancia l'opposizione all'interno della sinistra che vede sempre più socialisti contrari agli accordi bilaterali Svizzera-Ue
Bilaterali? "Tutti e soltanto a favore dei datori di lavoro"
Raoul Ghisletta insiste e rilancia l'opposizione all'interno della sinistra che vede sempre più socialisti contrari agli accordi bilaterali Svizzera-Ue

LUGANO - "Come sta cambiando la politica. Guarda il Ghisletta, gira voce che voglia lasciare. Che trasformismo in questa politica di oggi". La voce è stata raccolta in centro a Lugano, da un cittadino elettore che sta perdendo sempre più le coordinate per comprendere questo mondo che cambia tanto in fretta. Raoul Ghisletta, segretario del Sindacato servizi pubblici VPOD Ticino e presidente della sezione luganese, si è trovato a difendere una posizione scomoda all'interno della socialdemocrazia ticinese, ossia quella dell'euroscetticismo di sinistra che sta facendo breccia in tutta Europa. Che Ghisletta voglia lo strappo?

A mò di banale provocazione gli chiediamo se non abbia l'intenzione di lasciare il partito Socialista...
"Sì, ho fondato un nuovo partito, il partito degli extraterrestri ticinesi. Sarà una nuova bella avventura, esploreremo una nuova galassia non ancora visibile all'Uomo" (ride).

A parte le battute, cosa significa "congelare gli accordi bilaterali?"
"Come sindacalista ritengo che per la difesa dei diritti del lavoro in Ticino occorra provvisoriamente fermare l'attuale libera circolazione delle forza lavoro, che avviene praticamente senza regole: ne abbiamo parlato in un recente dibattito pubblico a Lugano e ne riparleremo all'assemblea dell'Unione sindacale Ticino del 9 giugno. Poi il 21 giugno presenterò un documento per la conferenza cantonale del PS con un'analisi della situazione e proposte politiche per difendere le fasce più deboli".

Come mai mettere in discussione i bilaterali soltanto adesso? L'MPS è stato sempre contrario all'Europa delle banche e dei padroni...
"Perché fino alla primavera di quest'anno si poteva ancora sperare in un intervento deciso da parte delle istituzioni federali, che contemplasse delle misure di accompagnamento incisive. Con la decisione dello scorso 1° aprile, il Consiglio federale ha posto termine alla prospettiva di regolamentare in modo incisivo la libera circolazione. Quindi ora è inevitabile assumere una posizione euroscettica nei confronti di un governo al servizio esclusivo degli interessi dei datori di lavoro liberisti".

La sua però pare sia una voce fuori dal coro all'interno della socialdemocrazia ticinese...
"Guardi, l'altra sera al dibattito di Lugano su questo tema c'erano Enrico Borelli di Unia, Graziano Pestoni dell'Associazione per la difesa del servizio pubblico, l'economista Christian Marazzi e tra il pubblico Franco Cavalli: quest'ultimo ha dichiarato di aver votato in parlamento per i bilaterali, ma che ora sarebbe contrario. Essi rappresentano una parte importante della sinistra. A livello sindacale ticinese c'è una maggioranza euroscettica di sinistra. Vedremo il 21 giugno cosa succede nel PS cantonale".

Cosa c'è che non va in questi accordi?
"Il fatto è che senza misure di accompagnamento "muscolose" questi bilaterali vanno soltanto a favore dei datori di lavoro".

E in questo scenario mutato la candidatura di Jacques Ducry come viene vista da Raoul Ghisletta?
"Posso dire che l'assemblea di martedì scorso del PS Lugano vuole un candidato al Consiglio degli Stati, che riesca a rappresentare tutta l'area progressista. Vedremo se questa idea passa al congresso del 13 giugno del Partito Socialista".

Lei alle federali vedrebbe meglio un'alleanza con l'MPS o con i Verdi?
"Anche qui l'assemblea della Sezione luganese del PS chiede per le elezioni al Consiglio nazionale a una congiunzione tecnica con tutti i progressisti, senza preclusioni sulle persone: dai Verdi ai Comunisti, da Montagna Viva all'MPS. D'altronde alleanze progressiste vengono fatte negli altri cantoni senza problemi. Non vedo perché non potremmo farlo in Ticino. Sarà il congresso cantonale del PS del 13 giugno a decidere se sostenere questa proposta".

Lei è sindacalista. Cosa è cambiato dall'arrivo dei bilaterali?
"Dieci anni fa è scoppiato un cancro che si chiama precarietà e ricatto. Costatiamo che vi sono certi datori di lavoro (non tutti per fortuna), dagli asili nido al settore di servizio di cure a domicilio, alle scuole private e all'edilizia, che abusano della loro posizione di forza contrattuale.Tutto a svantaggio dei lavoratori, che possono essere "usati" attraverso contratti a ore, su chiamata e sottoposti a dumping salariale. Unia è stato il primo sindacato a combattere questo fenomeno. Ed ora è giusto che anche i socialisti riflettano a fondo sul degrado della situazione del mondo del lavoro, non solo in Ticino, ma in tutta la Svizzera. A livello nazionale crescono le infrazioni, in particolare nell'orticoltura, nella sanità e nella socialità, nel commercio al dettaglio e nell'edilizia. E non lo dice soltanto il sindacato, ma nientedimeno che il SECO, il segretariato di Stato all'economia".

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