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CANTONE“Cari ticinesi, i carichi pendenti chiedeteli ai milionari”

13.05.15 - 16:07
Il consigliere regionale del Pd Luca Gaffuri critica il nuovo obbligo sui permessi B e G
tipress
“Cari ticinesi, i carichi pendenti chiedeteli ai milionari”
Il consigliere regionale del Pd Luca Gaffuri critica il nuovo obbligo sui permessi B e G

MILANO - “Capirei se fosse il datore di lavoro a chiedere documentazione sulla fedina penale di un nuovo dipendente, di qualsiasi provenienza, anche locale: avrebbe tutti i diritti di valutare pure da questo punto di vista chi entra a far parte della sua azienda. Ma che sia il Cantone a trattare così i lavoratori italiani è impensabile e in odore di discriminazione e pregiudizio”. Lo  afferma stupefatto Luca Gaffuri, consigliere regionale del Pd, in merito all'obbligo imposto dal del Governo ticinese di presentare il certificato dei carichi pendenti oltre al casellario giudiziale per richiedere i permessi B e G.

Provocatoriamente Gaffuri fa una proposta: “Se i colleghi politici ticinesi sono davvero così interessati ai carichi pendenti del lavoratore che si alza alle 5 del mattino ogni giorno della sua vita per andare nel Cantone spesso a fare professioni che gli autoctoni non vogliono fare, perché non prevedono la verifica degli eventuali procedimenti penali pendenti anche per chi non lavora e non è domiciliato in Ticino, ma apre un conto bancario, soprattutto se milionario?”.

Gaffuri si lamenta che l’obbligo imposto sottende l’equazione “italiano uguale delinquente".  Gaffuri si domanda con che “coraggio oggi si può chiedere a una madre di famiglia che abita a Maslianico e lavora da vent’anni di là dal confine, come impiegata, insegnante, operaia o commessa, di presentare improvvisamente un certificato che attesti che non è una delinquente? E se dovesse essere un medico affermato e di fama a dov er lavorare e dimorare per un periodo nel Cantone per uno scambio con i colleghi ticinesi, come avviene spesso nella medicina e nella ricerca per il bene di tutti noi?”. 

Il consigliere lombardo si rivolge direttamente al collega ticinese Norman Gobbi: “Invito il direttore del Dipartimento delle Istituzioni che è anche il rappresentante ticinese nella comunità di lavoro Regio Insubrica di cui è stato persino presidente, a ripensare le sue politiche nei confronti degli italiani che vivono nel Cantone e di tutti i lombardi che lavorano con i ‘cugini’ ticinesi fianco a fianco da sempre: abbassiamo i toni e ripristiniamo i vecchi rapporti di collaborazione. La dignità dei lavoratori e dei cittadini viene prima della politica”.

 

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