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LUGANOIl Ticino del futuro al tempo della crisi

11.03.15 - 06:45
Si è tenuto ieri il primo dibattito organizzato dal PS di Lugano in vista delle elezioni cantonali. Hanno partecipato Amalia Mirante, Michele Bertini, Paolo Beltraminelli e Silvana Minoretti
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Il Ticino del futuro al tempo della crisi
Si è tenuto ieri il primo dibattito organizzato dal PS di Lugano in vista delle elezioni cantonali. Hanno partecipato Amalia Mirante, Michele Bertini, Paolo Beltraminelli e Silvana Minoretti

LUGANO - "Siamo in recessione, la crisi c'è". Le parole sono di Paolo Beltraminelli che, martedì sera, ha partecipato a un dibattito organizzato dalla sezione luganese del Partito Socialista, che si è tenuto al Palacongressi di Lugano. Il tema dibattuto nel primo di tre incontri in vista delle elezioni cantonali del 19 aprile è stato squisitamente di politica economica.

Insieme al Consigliere di Stato PPD, moderati dal giornalista del Corriere del Ticino Claudio Meier, hanno partecipato altri due candidati al Consiglio di Stato al dibattito sul futuro economico di Lugano e del Ticino: l'economista dell'USI Amalia Mirante (PS), il Municipale Michele Bertini (PLR). In sostituzione del Consigliere di Stato Claudio Zali, è intervenuta Silvana Minoretti, fiduciaria di Paradiso e candidata al gran consiglio della Lega dei Ticinesi.

Il Ticino soffrirà più di altri - Davanti a un pubblico molto attento, i quattro ospiti hanno tracciato un quadro a tinte fosche della situazione economica di un Cantone, il Ticino, e di una città, Lugano, confrontate con delle difficoltà strutturali che impongono nuove soluzioni per poter ricominciare a riavviare a pieno ritmo il loro motore economico. Un motore che sta incontrando non poche difficoltà a prendere il giusto ritmo dopo la decisione della BNS di sganciare il franco dal cambio fisso a 1,20 con l'euro. "L'economia del Ticino si basa su tre settori fondanti colpiti proprio dalla debolezza dell'euro: l'industria a basso valore aggiunto, il commercio e il turismo. E il Ticino soffrirà maggiormente rispetto ad altri cantoni della Svizzera e assisteremo a una perdita di posti di lavoro, a un'ulteriore pressione dei salari, a meno entrate ai comuni e un aumento delle spese assistenziali", ha detto Amalia Mirante.

Gli aiuti assistenziali crescono a ritmi cinesi - Un quadro poco incoraggiante, ma che tuttavia non è considerato catastrofico. E' vero, come ha detto Beltraminelli, responsabile del Dipartimento Sanità e Socialità del Cantone, "i dati sono preoccupanti in quanto il Ticino è uno dei cantoni in Svizzera più toccati dall'effetto della crisi causata dal Franco forte, gli aiuti di natura sociale elargiti dal Cantone salgono a ritmi definiti "cinesi" dallo stesso Consigliere di Stato, ma allo stesso tempo "è nel periodo di crisi che si devono cogliere le difficoltà, facendo le riforme necessarie per fare ripartire l'economia".

Bertini: "Meno tasse" - Sì, ma come fare per fare ripartire la macchina Ticino? Secondo Michele Bertini la vecchia ricetta liberale è più che mai necessaria per liberare le energie g atte a ridare slancio alla voglia di fare impresa e di rischiare. "Siamo in un periodo di mutamento generale. Il benessere diffuso avuto fino ad oggi ci ha fatto talvolta perdere il giusto valore delle cose. Ci vogliono meno imposte e meno burocrazia", ha dichiarato il Municipale di Lugano, che ha lodato il lavoro di squadra fatto dal suo Municipio nello sforzo, ancora in corso, per risanare le casse comunali.

"Il Ticino ha dormito troppo sugli allori - Silvana Minoretti ha parlato di un Ticino che, in un mondo che cambia velocemente, ha dormito sugli allori per troppo tempo ed ora si trova in una situazione definita dalla candidata al Gran Consiglio "critica". Tuttavia Minoretti ha voluto lanciare un messaggio positivo e di speranza per il nostro cantone, in una Svizzera che deve dare "buona qualità di formazione e una buona qualità del lavoro e dei servizi". Una qualità indispensabile per restare competitivi in un mondo che spinge sempre più al ribasso i costi e di conseguenza i prezzi. "Noi siamo cari rispetto agli altri e dobbiamo fare in modo che la qualità del nostro lavoro giustifichi questi costi".

"Non bisogna sperare troppo nel turismo sanitario" - E di costi ha parlato anche Beltraminelli, che non ha mancato di lanciare il tema riguardante il futuro della sanità, confrontata anch'essa con la legge del mercato, ma che non può, secondo il Consigliere di Stato, diventare una sorta di industria per il turismo sanitario. "Su questo punto non enfatizzerei - ha risposto a una domanda del moderatore su un possibile sviluppo di un turismo sanitario - meno del 4% dei pazienti in ospedale proviene dall'estero. Le nostre strutture sono buone, ma care". Inoltre la concorrenza è agguerritissima. Con la possibilità data al paziente svizzero di potersi far curare ovunque e in qualsiasi ospedale in Svizzera, "in Svizzera tedesca e Romanda gli ospedali acuti si stanno attrezzando anche con personale che parla italiano. E in Ticino dobbiamo uscire dalla logica dell'offerta di ospedali acuti in tutto il Cantone".

E sempre restando nel campo medico, e più precisamente nella farmaceutica, Beltraminelli ha ricordato che il settore "in Ticino genera la bellezza di 2 miliardi e mezzo all'anno di fatturato".

Farmaceutica in Ticino con poco valore aggiunto - Mirante ha però un po' smorzato gli entusiasmi portando un esempio che fa ai suoi studenti: "se la farmaceutica in Ticino produce gli imballaggi del Dafalgan, il concetto di sviluppo resta così ancorato a criteri di 20 anni fa".

"Farmaceutica: Ticino secondo solo a Basilea" - Beltraminelli ha invitato a non abbattersi troppo, ricordando che il Ticino nel settore farmaceutico è secondo soltanto a Bsilea. Anche Minoretti è convinta che il Ticino sia in grado di "competere con il resto della Svizzera e il resto del mondo e di conseguenza bisogna impegnarsi affinché vengano creati dei poli di sviluppo che sappiano attirare le aziende". Minoretti vede di buon occhio la nascita di una facoltà di medicina in Ticino quale volano per l'economia. Il Municipale Bertini ha ribadito che per rendere più attrattivo il suo Comune e il Ticino tutto è fondamentale lo snellimento burocratico, ma non solo. "Per incentivare nuovi virtuosismi ci vogliono incentivi, a partire da una fiscalità attrattiva e una maggiore predisposizione al rischio". In altre parole, Bertini vuole "meno stato e più intraprendenza".

Più o meno Stato? - Paolo Beltraminelli ha definito la discussione "più o meno Stato" ormai inutile e che "non porta da nessuna parte" perché "l'economia e la società devono parlarsi". Da parte sua, Michele Bertini ha lanciato una battuta, rivendicando la paternità del concetto espresso poco prima da Beltraminelli: "grazie dello spot per il PLR", ha dichiarato Bertini che ha ricordato come nel suo partito libertà e sensibilità sociale vadano a braccetto.

Ma Bertini non è riuscito a darsi una risposta su una questione delicata per la Svizzera intera. Ebbene, ha ammesso di non riuscire a trovare nessuna risposta su come fare a preservare la libera circolazione e applicare l'iniziativa del 9 febbraio. "Una risposta io non ce l'ho".

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