I ticinesi all’estero non possono esprimersi per via elettronica. La formula cartacea, invece, subisce rallentamenti “postali”. A colloquio con il cancelliere di Stato
BELLINZONA – Oltre 11'700 ticinesi rischiano di non potere votare per le prossime elezioni cantonali. Sono quelli che risiedono all’estero e che si vedono confrontati con una situazione paradossale. Il Ticino non figura ancora tra i Cantoni che permettono il voto elettronico. Pertanto chi vive al di fuori dei confini nazionali può votare solo per corrispondenza cartacea. «Ma il problema – spiega una ticinese che abita negli Stati Uniti – è che ti arriva il materiale di voto solo tre settimane prima. Ora che hai compilato le schede, e che le rispedisci, passa altro tempo. Ci vogliono altre settimane prima che la corrispondenza venga recapitata dall’estero al Ticino. I nostri voti arrivano a Bellinzona in ritardo».
Ogni voto conta – Le elezioni del 7 aprile si avvicinano a grandi passi. Ogni voto potrebbe essere cruciale per il destino di uno o dell’altro candidato. Nel 2016, in seguito a un atto parlamentare, è stato dimostrato che i ticinesi all’estero sono comunque interessati a esprimere il proprio parere elettorale. Visti i ritmi dei sistemi postali di diversi Paesi il rischio, tuttavia, è che centinaia di voti non arrivino per tempo e vadano persi.
Il materiale non può essere inviato prima – «È un problema con cui, per il momento, dobbiamo convivere – ammette il cancelliere di Stato Arnoldo Coduri –. Purtroppo il materiale di voto lo abbiamo pronto solo 3-4 settimane prima delle elezioni. Non possiamo dunque inviarlo prima. Sappiamo che i vari Comuni cercano di recapitare con una certa celerità il materiale ai ticinesi residenti all’estero. Però questo a volte potrebbe non bastare. Dipende anche dal luogo in cui uno si trova e dalla velocità del sistema postale locale».
Il cantiere del futuro – Cantoni come Ginevra, Berna, Friborgo hanno già il voto elettronico. Il Ticino no. Penalizzando di fatto gli oltre 11.700 ticinesi all’estero, corrispondenti al 5% degli aventi diritto di voto. «Parlare di penalizzazione forse è scorretto – ribatte Coduri –. Possiamo comunque affermare che presto avremo la base legale per sperimentare il terzo canale di voto, quello elettronico. E i ticinesi all’estero saranno i primi a poterne beneficiare». Intanto però, venerdì scorso, il Consiglio federale ha bocciato il sistema di voto elettronico della Posta, oggi l'unico attuabile. E dunque la faccenda si complica non poco, e non solo a livello ticinese.