È un fiume in piena il presidente del PS che chiede di mantenere una voce di sinistra al Governo. Dall'UDC: «Voi pensate ai cittadini di mezza Europa, ma non ai ticinesi»
BELLINZONA - Un «doppiogioco da smascherare» che rivelerebbe la necessità di mantenere una voce di Sinistra al Governo e rafforzare la presenza socialista in Gran Consiglio. La denuncia arriva dal PS e precisamente dal suo presidente, Igor Righini.
«Il Ticino esige delle risposte alle urgenze dei salari e delle condizioni di lavoro, della continua riduzione del potere d’acquisto dei Ticinesi, in materia di protezione dell’ambiente», sottolinea Righini puntando il dito contro liberali, Ppd e destra. Questi ultimi, per il presidente dei Socialisti, «dimostrano ancora una volta il loro doppio gioco a livello cantonale e federale con discorsi, in vista delle Cantonali del 7 aprile, chiaramente contraddetti dai fatti».
Righini cita come esempio «il dietro front all’ultimo minuto sull’aumento delle franchigie di cassa malati, bloccato grazie al PS insieme al fronte Rosso-Verde». La destra - precisa il Presidente PS - continua a impedire l’introduzione di un salario minimo dignitoso superiore ai 20 franchi all’ora, ha votato contro le misure per la protezione dell’ambiente e ha fatto pressione per fare aumentare le franchigie di cassa malati. La paura del referendum annunciato dal PS insieme al fronte Rosso-Verde e a una grande coalizione di altre organizzazioni a livello nazionale ha fatto fare marcia indietro a Udc e Ppd sulla vergognosa proposta, sostenuta comunque dai liberali, di fare aumentare senza limite le franchigie di cassa malati sulle spalle dei malati cronici e delle economie domestiche già in difficoltà che necessitano costanti cure mediche».
Quello portato avanti dalla destra a livello cantonale e federale, secondo il PS, sarebbe quindi «un doppio gioco di nuovo smascherato».
Righini incalza ricordando come nell’ultima legislatura cantonale Plr, Ppd e Lega abbiano «imposto tagli alla politica familiare, agli assegni integrativi e per la prima infanzia AFI/API, ai sussidi cassa malati e alle cure a domicilio». Tutto ciò viene definito letterlamente «uno smantellamento della politica sociale».
«A Berna - prosegue ancora il socialista -, la destra ha fatto gli interessi della lobby delle casse malati, facendo pressione per fare aumentare le spese per la salute degli assicurati e delle assicurate. Il PS invece s’impegna per la popolazione: abbiamo fatto fare dietro front sull’aumento delle franchigie e abbiamo lanciato l’iniziativa “Per premi meno onerosi” che chiede di limitarne il peso al 10% massimo del reddito delle economie domestiche. Grazie a un nostro emendamento, durante la discussione del preventivo cantonale 2019, sono stati aumentati i crediti per i sussidi cassa malati e per il potenziamento dell’Ispettorato del lavoro».
Anche sui salari Righini ha da parole da spendere. «In materia di lavoro - aggiunge -, il Consigliere di Stato liberale Christian Vitta dice di sostenere il no del Cantone all’accordo quadro con l’Europa, mentre a Berna Ignazio Cassis e il suo partito continuano a portare avanti un progetto che intende smantellare la protezione dei salari svizzeri, una garanzia in assenza della quale non potremo dare il nostro consenso. A livello cantonale, Plr, Ppd e Lega fanno muro contro le misure per la tutela delle condizioni di lavoro e dei salari. Nel contempo, alle Camere federali, sono sempre i partiti borghesi e la destra a respingere le proposte di protezione del mercato del lavoro e dei salari ticinesi».
Lo stesso, a detta dei socialisti, avverrebbe per la protezione dell’ambiente, del territorio e del clima. «Plr, Ppd e la destra si vantano improvvisamente di avere a cuore questi importanti temi, ma fino a ieri, in Gran Consiglio, si sono opposti ai deflussi minimi mentre a Berna hanno recentemente bocciato 8 misure concrete per la protezione del clima!»
«L’abisso che separa la destra dal PS è evidente! - conclude -. Contrariamente alla destra, che rappresenta gli interessi delle lobby e del grande capitale, noi siamo la voce dei bisogni della popolazione, della parità di genere, delle persone in difficoltà, di un ceto medio strozzato dall’esplosione dei premi cassa malati e degli affitti, di un’azione concreta per la protezione dell’ambiente e del clima. Per questo il 7 aprile bisogna assolutamente impedire che la politica ticinese si sbilanci completamente a destra, votare la Lista 4. Partito Socialista – Gioventù Socialista per far sì che la Sinistra mantenga una voce in Governo, rafforzando la presenza socialista in Gran Consiglio».
La risposta di Marchesi - «Noi la volontà popolare la rispettiamo. Voi del PS?». Ci pensa Piero Marchesi, presidente UDC, a rispondere per le rime a Igor Righini. «Il Presidente del partito socialista pur di salvare il seggio in Governo le spara grosse».
Al centro delle accuse rivolte all'UDC è l'aver cambiato idea sull'aumento delle franchigie di cassa malati. «Se l’UDC sostiene l’aumento delle franchigie, come inizialmente si ipotizzava, allora siamo dei cattivoni indifferenti ai bisogni del ceto basso - risponde Marchesi -. Se bocciamo l’aumento, come poi fatto alle Camere federali, allora agiamo solo per scopi elettorali».
Il presidente dell'UDC, dal canto suo, invita il PS a cambiare idea sostenendo l’attuazione della preferenza indigena, dei contingenti e dei tetti massimi: «Festeggerei per almeno una settimana, perché così potremmo dare una risposta ai molti ticinesi che sono tagliati fuori dal mercato del lavoro a causa della libera circolazione». I socialisti, invece, «anziché pensare a chi vive in questo cantone preferiscono fare gli interessi dei cittadini di mezza Europa lasciando i nostri - anche il ceto basso che tanto affermano di difendere – in balia della libera circolazione».
E sul salario minimo Marchesi precisa che «la proposta di 20 franchi all’ora sostenuta dal PS, non solo non risponde a quanto votato dal popolo, ma sarà un vero e proprio regalo per i frontalieri». A Righini provocatoriamente chiede: «E ai ticinesi chi ci pensa?». L’UDC ha però già dichiarato di essere d’accordo di applicare salari minimi differenziati. Resta il pensiero che «non sia una soluzione», ma «il popolo ha però votato e noi rispettiamo il suo volere, anche quando non ci piace».
Ai socialisti il presidente dell'UDC domanda se «è pronto il PS a tornare sui suoi passi, come fatto dall’UDC sull’innalzamento delle franchigie delle casse malati, per applicare la Prima i nostri anche nel settore privato? Penso già di conoscere la risposta - conclude Marchesi -, ma sarei davvero felice caro Righini, di festeggiare una settimana di fila».