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CANTONENoi, i ragazzi del Ticino che danno forma al futuro

25.05.18 - 06:03
A Lugano rinasce l'hub dei Global Shapers, i giovani del Wef che provano a cambiare il mondo. Ecco chi sono e cosa fanno
Noi, i ragazzi del Ticino che danno forma al futuro
A Lugano rinasce l'hub dei Global Shapers, i giovani del Wef che provano a cambiare il mondo. Ecco chi sono e cosa fanno

LUGANO - Sono i giovani del Wef: quelli che sognano di cambiare il mondo. Di migliorarlo, dargli un'impronta a propria immagine, guidarlo là dove oggi pare più giusto; 7'664 in 158 Paesi, 21 a Lugano, uno dei quattro hub in Svizzera che si era ormai ridotto a un'ambizione.

Rischio chiusura: 6 mesi per salvare un'idea - Una cellula dormiente, ma di quelle che vanno fiere di se stesse; con il rischio di chiudere per sempre, perché non c'erano più i numeri, scesi sotto la soglia minima di 21 membri. È stato allora, appena qualche mese fa e davanti allo spettro della fine, che è entrato in scena Andrea Latino, oggi in procinto di cedere il testimone di "curator" a Carlotta Vasoli, 26 anni, marketing manager di Ikea Center. «Ha fatto un'operazione di recruiting meravigliosa, tutto solo», ricorda lei entusiasta. 

L'ingegnere aerospaziale, la cantante lirica - Sei mesi di tempo per salvare il gruppo che ormai esisteva solo sulla carta, da un'idea del professor Klaus Schwab che nel 2011 aprì il "suo" Wef agli under 30. Ed eccoli qui, oggi: così eterogenei nei gusti, nelle esperienze, negli studi e nelle professioni. Dall'ingegnere aerospaziale alla cantante lirica; dalla cyber secutity alla moda sostenibile; l'imprenditore e il futuro medico. Metà uomini, metà donne, tra i 20 e i 29 anni e residenti in zona, ognuno con un compito specifico e diverso; comun denominatore, profili di rilievo, in grado di offrire ciascuno qualcosa che l'altro non possa replicare, solo ricevere.

Dalla Lanchetta alla Camera di Commercio - «Si è creato fin da subito un feeling e un clima di collaborazione eccellente - racconta Carlotta - Siamo sempre in contatto, via mail, via chat. E ci vediamo una volta al mese. Prima ci incontravamo alla Lanchetta. Finalmente abbiamo anche una sede, alla Camera di Commercio di Lugano».

Il primo progetto: l'industria 4.0 - Si discute di quel che c'è da fare, per migliorare il quotidiano; si prova a metterlo in pratica. Adesso c'è l'indagine sull'industria 4.0, che sfocerà in un evento e una premiazione al Lac a ottobre. Un questionario è appena stato distribuito a un migliaio di aziende locali, per valutare dove si collochino quanto a sostenibilità ambientale, welfare, cyber security, compliance e disclosure, sicurezza sul lavoro. «È un progetto che si piacerebbe portare avanti anche dopo», dice Carlotta, prossima "presidente" in carica in un ruolo che ha durata breve, un anno appena, affinché creatività ed energie si avvicendino. 

C'è mancato un soffio - Pensare che lei nei Global Shapers c'è finita quasi per caso, o per fortuna. «Sì, ho aderito all'ultimo giorno utile», sorride. Era «se ben ricordo il 30 giugno» dello scorso anno; i nuovi Global Shapers di Lugano ancora una buona intenzione, un auspicio, una scommessa nella testa di quell'Andrea cui oggi devono il presente. La storia è quella già sentita di chi è oberata dai messaggi e finisce sempre per perderne qualcuno. «Mi inviò un invito su LinkedIn. L'avevo notato, ma non aperto. Quel giorno, chissà perché, decisi di andarlo a leggere. Era il termine ultimo per dire di sì». 

 

 

 

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COMMENTI
 

bledsoe 5 anni fa su tio
Se l'aveste scritto in italiano, si sarebbe capito cosa fanno... Ma sono d'accordo sul concetto Laura Bernasconi!
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