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CANTONEPer sfidare un robot, serve anche tanto cuore

16.04.18 - 06:00
Le imprese locali l'hanno finalmente capito: bisogna investire sulla tecnologia. Fra le sostenitrici di un evento che punta a diffonderla fra i giovani, anche il Cardiocentro. Perché?
Per sfidare un robot, serve anche tanto cuore
Le imprese locali l'hanno finalmente capito: bisogna investire sulla tecnologia. Fra le sostenitrici di un evento che punta a diffonderla fra i giovani, anche il Cardiocentro. Perché?

LUGANO - Che le imprese del Ticino l'abbiano finalmente capito, dopo tanta resistenza e l'accusa di restare così troppo indietro, si intuisce anche da quello che alla fine resta poco più di un gioco. Robot Street Challenge, una sfida tra ragazzi alla costruzione del robot che, il prossimo 9 giugno, possa superare tutti gli ostacoli lungo un percorso predefinito e tagliare il traguardo per primo. Supportate da un'azienda sponsor, le squadre alla prima edizione, anno 2015, erano sette; stavolta 17, per oltre 100 persone coinvolte e competenze che vengono via via acquisite. «Sì, le aziende hanno capito l'importanza della tecnologia e della comunicazione tramite social, sulla quale stavolta si punta molto attraverso Facebook, Twitter e anche un reality su Youtube - spiega Cristina Giotto di Ated - Ict Ticino, promotrice dell'evento - Hanno deciso di mettersi in gioco. L'hanno accolta anche come un'occasione per imparare, visto che si organizzano lezioni dedicate».

Chi però si aspetta, o si aspetta solo, nomi del settore, deve correggere il tiro. Perché, divise in categorie junior e senior a seconda di età e capacità, ci sono formazioni - quattro persone in media - che ricevono supporto ora dall'Orchestra da camera di Lugano, ora dalla Polizia cantonale, ora un centro ottico. Oppure la fondazione Cardiocentro Ticino, fra le prime ad aderire grazie al primario Tiziano Moccetti. Il quale, anzi, dicono siano addirittura anni che aspetti il momento. «Peccato non poter essere maggiormente presenti», si rammarica addirittura, comunque entusiasta.

Professore, che cosa ha a che fare il cuore con una sfida tra robot? 

 «Il mio interesse è legato a un impatto emotivo avuto qualche anno fa a una manifestazione del Robot Street Challenge all'asilo Ciani».

Che cosa la colpì?

«Sono rimasto meravigliato da come giovani ragazzi, insieme a un loro maestro, potessero progettare e realizzare delle "corse a ostacoli" dei loro robot seguendo dei percorsi predeterminati».

È vero che contattò subito gli organizzatori per poter dare il suo contributo? Perché?

«Sapere che questi giovani attraverso il computer programmano precisi percorsi mi ha catapultato nel futuro. Ho pensato quale entusiasmo, quale emozione possa sentire un ragazzo che riesce a comandare ad un robot l'esecuzione di un'attività pianificata».

E lei?

«Ha stimolato la mia immaginazione nelle sue infinite possibilità. Amando la competizione e l'innovazione, non c'è di meglio. 

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