Cerca e trova immobili

CANTONE«Il Ticino si sta spegnendo e la colpa è delle banche»

05.11.17 - 15:33
L'economista Sergio Rossi accusa il sistema finanziario: «Non investe sul territorio, innovazione e creatività sono paralizzate. Basta start-up, serve un progetto comune»
«Il Ticino si sta spegnendo e la colpa è delle banche»
L'economista Sergio Rossi accusa il sistema finanziario: «Non investe sul territorio, innovazione e creatività sono paralizzate. Basta start-up, serve un progetto comune»

LUGANO - Un'economia in sofferenza, con molti punti oscuri e un problema strutturale che dopo l'abolizione del segreto bancario rischia, se non si corre ai ripari in tempi brevi, di diventare una realtà di lungo periodo. È questo il quadro dello stato dell'economia ticinese secondo Sergio Rossi, economista e professore ordinario all’Università di Friburgo coordinatore del volume "L'economia elvetica nella globalizzazione"” edito da Armando Dadò Editore. A preoccupare è la fine di un sistema bancario che ha provocato disoccupazione, dumping salariale e chiusura di attività commerciali. E che genera incertezza sul futuro. Ticinonline ha parlato con il Professor Rossi per capire cosa bisognerebbe fare per invertire la rotta.

Professor Rossi, com'è lo stato di salute dell'economia del Ticino?

«Diciamo che è precario, fragile e affetto da una malattia che paralizza l'innovazione e la creatività anche perché a ciò si aggiunge il problema del finanziamento. Un giovane spesso non sa cosa studiare e segue dei cliché pensando di avere un diploma che lo porta ad avere un lavoro sicuro nel settore finanziario o in quello pubblico. Manca una cultura imprenditoriale: la voglia di provare di correre dei rischi e la capacità di creare qualcosa dal nulla così come è stato in passato portando uno sviluppo economico importante. Il cantone Ticino patisce anche una povertà sociale maggiore all'interno della Confederazione: il potere d'acquisto e i patrimoni dei residenti sono inferiori a quelli di altri cantoni di lingua francese o tedesca. Manca anche un capitale finanziario al quale appoggiarsi per avviare un'attività o finanziarsi gli studi».

In questo quadro fosco non stanno meglio i giovani…

«In canton Ticino le prospettive d'impiego per le persone laureate sono poche e con stipendi che altrove sono più del doppio. È facile quindi vedere dei giovani ticinesi che studiano in altri cantoni elvetici o fuori Svizzera e poi non rientrano più in Ticino. Magari poi vengono sostituiti dai frontalieri senza il cui apporto però la situazione dell’economia ticinese sarebbe ancora peggiore di quella attuale».

È colpa anche di una monocoltura bancaria?

«Le banche possono sperare di avere dei rendimenti solo se prima concedono dei crediti alle nuove generazioni per farle crescere assieme al territorio con ricadute positive per la società. Se invece si aspettano di avere capitali a risparmio dal resto del mondo, il mondo è cambiato. Le banche ticinesi dovrebbero essere orientate all'economia cantonale e lavorare per il suo benessere investendo nel territorio i risparmi raccolti e dando credito alle nuove imprese per le attività legate al territorio in vari campi, soprattutto nell'economia sostenibile».

Potrebbe essere la sostenibilità la nuova chiave di sviluppo dell'economia ticinese?

«Senza dubbio: bisognerebbe sviluppare le tecnologie pulite che creano posti di lavoro, così come quelle legate alla mobilità lenta e le tecnologie informatiche. E poi investire in servizi alla persona e nello sviluppo delle scienze mediche dato che il trend della popolazione va verso l'invecchiamento demografico».

E la politica cosa dovrebbe fare?

«Dovrebbe recuperare la forza propulsiva della spesa pubblica, specialmente in un periodo in cui i tassi d'interesse sono storicamente bassi. Oggi vediamo che, di fronte alle difficoltà dell'economia privata, quella pubblica invece di spendere e investire riduce la spesa dello Stato. Questa non è la politica economica adatta per risolvere i problemi attuali. Bisognerebbe, invece, avere un progetto comune, una visione sistemica tra chi fa impresa e chi fa politica, qualcosa che vada oltre alle start-up. E non rifugiarsi nel calcolo contabile in base al quale alla fine dell'anno le entrate devono essere pari alle uscite dello Stato. Servono proposte solide e costruttive per uno sviluppo economico a vantaggio della collettività: non si può pensare di uscire dalle secche pensando solo di abbassare le aliquote fiscali e immaginando che tutto il resto venga da sé».

Si dovrebbe puntare su ricerca e sviluppo?

Certo, sono due concetti chiave per il successo di un'impresa. Per innovare servono sì capitali ma anche persone formate, facendo interagire imprese e centri di ricerca con l'intervento dell'ente pubblico. Ne trarrebbero vantaggio tutte le parti in gioco».

Come potrebbero finanza, impresa e ricerca interagire tra di loro?

«Le imprese che hanno un interesse nell'economia cantonale potrebbero facilmente creare un legame con dei centri di ricerca anche in chiave transfrontaliera per avere un dialogo costruttivo. La ricerca applicata soddisfa i ricercatori e le imprese "sfruttano" le ricerche per inventare e creare nuovi sbocchi di mercato. Non dimentichiamoci che lo "Swiss made" esercita sempre un certo rilievo e ha sempre il suo valore aggiunto in vari settori».

Quindi in conclusione che scenari si posso disegnare per il Ticino nel breve e nel lungo periodo?

«Nel breve lo scenario più realistico è quello meno incoraggiante. E cioè che si prosegua con questa inerzia che spinge verso il basso l'economia e la società. Nel lungo termine non sono in grado di fare una previsione precisa ma temo che, continuando a insistere sul concetto che il Ticino è lasciato a margine dell'economia svizzera, si continuerà a reclamare maggiori aiuti ma senza darsi da fare per farsi capire a Berna. Le forze ci sono e si potrebbe fare squadra con le forze della vicina Italia in modo da guadagnare entrambi anche se non vedo un dialogo costruttivo tra le autorità della Regione Lombardia e del cantone Ticino».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 

MIM 6 anni fa su tio
La prima da incolpare per questo sfacelo è proprio Berna, al soldo (ormai dimostrato) dell'UE. La fretta, la paura e la totale mancanza di visioni future hanno spinto Berna ad azzoppare il nostro sistema finanziario, senza contropartita e le cui conseguenze ancora non sono finite. Chi parlava di soldi sporchi aveva la bocca completamente sporca, visto che i controlli anti-riciclaggio nel nostro paese erano (e sono) tra i più alti al mondo.

F/A-18 6 anni fa su tio
Risposta a MIM
dici che i controlli antiriciclaggio funzionano, sei in chiaro su quanto si sta investendo nel nostro cantone con soldi di provenienza estera? pensi siano tutti soldi sudati? sto parlando di soldi investiti per esempio nel mondo edile, soldi che una volta andavano nelle nostre banche quando queste ti davano un bel percento d'interesse, soldi naturalmente non dichiarati che ora vanno direttamente nel mattone tramite società create dal nulla e subito immensamente grandi, organizzate, promotrici di grosse promozioni immobiliari, sponsor di mille società, ben pubblicizzate, insomma, società miracolose.

Thor61 6 anni fa su tio
"Manca una cultura imprenditoriale: la voglia di provare di correre dei rischi e la capacità di creare qualcosa dal nulla così come è stato in passato" Anni in cui il governo e lo stato non ti remava contro con mille leggi e leggine fatte solo per complicare le cose più semplici. "Il cantone Ticino patisce anche una povertà sociale maggiore all'interno della Confederazione: il potere d'acquisto e i patrimoni dei residenti sono inferiori a quelli di altri cantoni di lingua francese o tedesca" Possiamo ringraziare di nuovo gli stessi "Geni" della politica e dell'economia, che hanno appunto legiferato usando il lato B invece del cervello. "Magari poi vengono sostituiti dai frontalieri senza il cui apporto però la situazione dell’economia ticinese sarebbe ancora peggiore di quella attuale»" Con le MIGLIAIA di disoccupati residenti in Ticino, molti di questi frontalieri NON hanno/Avrebbero ragione di esistere, e magari la situazione in Ticino sarebbe certamente migliore di quella attuale. "Le banche ticinesi dovrebbero essere orientate all'economia cantonale e lavorare per il suo benessere investendo nel territorio" Questo sarebbe dovuto essere quello che dovevano fare lo STATO e il Cantone, il secondo ancor più del primo per dimostrare di non essere una cozzaglia di incapaci nullafacenti, se non imbrogliare ancor più la già scarsa economia Ticinese.

GI 6 anni fa su tio
E' per questa ragione che lui insegna a Friborgo....nota località sulle rive del Verbano....

samarcanda 6 anni fa su tio
Grande Rossi! Finalmente un uomo intelligente. Altro che certi piccoli arroganti neo liberticidi che ci propinano come ricetta di sopravvivenza orti e pollai (ormai improbabili anche quelli) mentre loro dal "meno stato" ricevono pagone mirabolanti insieme a parenti, amiche e amici. Il Ticino è stato anche massacrato dal voto di scambio.

Fran 6 anni fa su tio
Chapeau Rossi. Anche mia figlia studia a Friborgo e dopo il Master non intende fare rientro in Ticino. Avrebbe un salario, se tutto va bene (se.....) di 3500 lordi, mentre a Friborgo per lo stesso tipo di impiego il salario si aggira attorno ai 7500. Sicché..... cmq mia figlia studia con la borsa di studio del Tesin. Ma se il tuo Cantone non ti da un minimo di garanzia di prospettive e di progettualità.... meglio migrare. E ul Tesin al lassum ai frontaliers che i accettan a lavurà per tri sold. Chiudete il Ticino: è moribondo. Malato terminale. Senza uscita. Senza speranza di guarigione. E ii in oensione scapperò all'estero, che qui farei la fame. Questo é.

Equalizer 6 anni fa su tio
Fintanto che le banche per concedere un credito ti chiedono un ugual importo a garanzia, da questa situazione non se ne esce, a questo aggiungiamo che il Ticino politico è di mentalità abbastanza ristretta per quello che concerne le innovazione fuori dai classici canoni (edilizia, finanza) e la miseria è servita.

SosPettOso 6 anni fa su tio
Risposta a Equalizer
Come biasimare le banche? Oggigiorno le ditte che incassano i crediti e falliscono lasciando solo debiti sono una consuetudine.

Equalizer 6 anni fa su tio
Risposta a SosPettOso
Ho fatto settimane con 60 ore per onorare i miei crediti, nei momenti più duri, so di non essere l'unico, e ne sono sempre venuto fuori bene. Bisogna probabilmente anche saper scegliere.

sedelin 6 anni fa su tio
se banche e stato dessero ascolto a un saggio esperto, le cose cambierebbero in meglio. complimenti signor rossi per l'analisi!

Bandito976 6 anni fa su tio
Il popolo ticinese é da un pezzo che si lamenta. Speriamo che adesso che lo ha detto anche Rossi veniamo presi in considerazione. E non solo per pagare le TASSE.

Danny50 6 anni fa su tio
Uno dei pochi rossi che non dice solo castronate. Merita di più in ambito politico.
NOTIZIE PIÙ LETTE