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"Chi è vigilato non può a sua volta essere il controllore" Il Gruppo del Partito Socialista chiede che un gran consigliere / Consigliere di Stato non sia membro dei CdA delle aziende pubbliche e parapubbliche
BELLINZONA - Il recente caso giudiziario scoppiato all'Ospedale La Carità di Locarno ha fatto tornare alla ribalta la problematica riguardante il conflitto di interessi tra la carica di gran consigliere / Consigliere di Stato e quella di membro dei Consiglio di Amministrazione delle aziende pubbliche e parapubbliche.
La decisione del Ministero pubblico del decreto di abbandono per la mancata segnalazione alla Magistratura delle fatture falsificate da parte dell'EOC e del Consiglio di Stato era considerata da molti scontata, sollevando molti dubbi tra ampi strati di popolazione ticinese. Un disagio colto dal gruppo del Partito Socialista in parlamento che oggi ha presentato un'iniziativa generica che chiede "una modifica della Legge del Gran Consiglio che renda incompatibile la carica di gran consigliere / consigliere di Stato con quella di membro di Consigli di amministrazione di aziende pubbliche di proprietà dello Stato o alle quali esso partecipa".
Il PS ricorda le numerose iniziative già presentate in passato, tra cui una del gennaio del 2004 di Pierre Rusconi e una di Manuele Bertoli per il gruppo PS del 2006. Secondo il PS "appare evidente che un membro del Gran Consiglio che deve esercitare l’alta vigilanza sugli enti parastatali e controllare il corretto svolgimento del mandato pubblico, l’uso corretto dei finanziamenti concessi dal Gran Consiglio, non può esercitare contemporaneamente anche una funzione dirigenziale in qualità di membro del CdA in queste strutture. In parole povere il controllato e il controllore non possono essere la stessa persona".
