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BELLINZONA - Il Partito Comunista della Svizzera Italiana esprime la propria solidarietà agli studenti, fra cui una nutrita rappresentanza ticinese, dell'Università del Canton Friburgo, che stanno protestando contro la riforma universitaria, che prevede “una gestione di tipo mercantile dell'Università e delle sue risorse, attraverso la concentrazione del potere nelle mani del rettorato, con il rischio di un'apertura al finanziamento privato di alcuni suoi istituti e di soppressione di materie d'insegnamento che non sono ritenute economicamente convenienti”.
Inoltre questa legge inserisce al suo interno delle sanzioni a chi “attenta all'ordine universitario”, che a detta del PC limita fortemente la libertà d'espressione e di organizzazione sindacale. “Essa prevede la diminuzione del diritto di partecipazione degli studenti all'interno degli organi decisionali dell'Università e limita l'accesso agli studi delle persone di cittadinanza straniera, gettando inoltre le basi per un innalzamento delle tasse d’iscrizione ed una diminuzione dei servizi offerti”.
La riforma, sottolinea il Partito Comunista s'inserisce all'interno di una dinamica europea degli ultimi decenni “che ha il fine di trasformare le scuole superiori sempre di più in una sorta di fabbriche di mano d'opera specializzata utile sul corto periodo ai fini dell'economia capitalista, quando esse dovrebbero essere poli culturali in cui formare cittadini critici e innovativi”.
Il Partito Comunista della Svizzera Italiana si schiera quindi contro tale dinamica, e sarà presente attivamente – attraverso la propria sezione “Léon Nicole” che organizza gli studenti comunisti ticinesi nella Svizzera romanda – a fianco degli universitari, dei ricercatori e degli insegnanti di Friburgo che il prossimo 25 marzo scenderanno in piazza per manifestare contro la nuova legge universitaria.
