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LUGANO"Sono stato ammazzato dai media"

07.02.14 - 11:18
L'ex sindaco di Vico Morcote si difende nel corso del processo che lo vede alla sbarra per amministrazione infedele aggravata e ripetuta appropriazione indebita di imposte
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"Sono stato ammazzato dai media"
L'ex sindaco di Vico Morcote si difende nel corso del processo che lo vede alla sbarra per amministrazione infedele aggravata e ripetuta appropriazione indebita di imposte

LUGANO - "Sono stato mezzo ammazzato dai media. Non mi hanno perdonato niente. Il mio stato d'animo non è dei migliori. Mi sono reso conto di aver subito una pressione mediatica non da poco. Sto vivendo male questa situazione. Ho dovuto abbandonare clienti di un certo livello e ho perso dei mandati". Sono le parole pronunciate da Luido Bernasconi, questa mattina nell'aula del Tribunale di Lugano.

Amministrazione infedele aggravata e ripetuta appropriazione indebita di imposte alla fonte. Sono questi i capi di accusa nei confronti dell'esponente di spicco del PLR distrettuale luganese, già candidato al Consiglio nazionale nel 1999, ex presidente dell'FC Lugano e personaggio della vita mondana ticinese noto per la sua amicizia con Lele Mora, apparso oggi in aula davanti al giudice Mauro Ermani.

 

Dopo le prime fasi preliminari di presentazione, il giudice Mauro Ermani ha ricordato la lunga carriera politica di Luido Bernasconi, in particolare quella di sindaco di Vico Morcote, durata ben 29 anni. "Com'è che non mandava avanti le procedure esecutive? ha chiesto a bruciapelo il giudice riferendosi alle imposte comunali per 170mila franchi non pagate sull'arco di una decina di anni: "Un sindaco non può intimare a lui stesso precetti esecutivi" ha risposto l'imputato.

 

Bernasconi ha spiegato al giudice di aver informato il vicesindaco della sua impossibilità di saldare le imposte comunali a suo carico e di non aver avuto intenzione alcuna di arrecare danni al Comune. Bernasconi avrebbe saldato il conto in sospeso non appena avesse ricevuto i soldi. "Ho dedicato 29 anni al Comune. Ho sempre cercato di aiutare le persone".

 

"Il sindaco deve tutelare gli interessi economici della comunità su cui si estende il territorio" ha accusato il giudice riferendosi all'inosservanza della procedura per l'incasso delle tasse d'uso di due immobili condominiali da lui amministrati per oltre 230mila franchi non versati. Bernasconi, infatti, non avrebbe avvertito il vicesindaco ma avrebbe agito in correità con il segretario comunale.

 

"Ho sbagliato, avrei dovuto avvertire il vicesindaco" ha ammesso Luido Bernasconi. "Lei non è un signor nessuno signor Bernasconi, è stato candidato alle nazionali nel 1998", ha incalzato il giudice. "Ho sbagliato, lo ammetto" ha ripetuto Bernasconi.

 

Quindi ancora una serie di domande contro Bernasconi: "Come ha fatto a ripianare in quattro e quattr'otto le sue pendenze con il fisco? Sapeva della denuncia dell'Ufficio dei contributi?". Domanda fondamentale, questa, per capire se l'ex sindaco abbia saldato soltanto dopo aver ricevuto la soffiata di una procedura nei suoi confronti."Non ne sapevo niente. E' una coincidenza" ha dichiarato Bernasconi.

 

"Trovare 250mila franchi non è una cosa semplice" è stata la replica dell'avvocato difensore. "A meno che non si abbia un tesoretto nascosto" ha risposto con una battuta il giudice. Tesoretto che l'ex sindaco ha smentito di possedere.

 

Nella sua veste di fiduciario incaricato, Bernasconi è accusato di aver omesso intenzionalmente di incassare contributi condominiali a carico della Mabetex SA recando danno al patrimonio della comunità dei condomini, esponendola a procedure esecutive del Comune di Vico Morcote. Un trattamento che si sospetta di favore.

 

A capo della Mabetex, si è quindi sottolineato, vi è Pacolli, imprenditore ed esponente politico kosovaro noto in Ticino. Su questo punto però è subito intervenuto l'avvocato difensore: "Non mitizziamo, non stiamo parlando di grandi personaggi. Qui abbiamo a che fare con il sindaco di un comune e di importi di poche migliaia di franchi all'anno che la Mabetex doveva pagare".

 

Affermazione, questa, che non ha convinto il giudice, che ha ricordato piuttosto la notorietà di Pacolli a livello mondiale per la sua attività politica in Kossovo e i trascorsi mondani e le amicizie di Bernasconi.

 

Le imposte alla fonte - Nella sua veste di amministratore delle società IPAS SA durata fino al 28 giugno 2009 (attività di natura farmaceutica) e Labobasi SA (attività nell'ambito farmaceutico e ospedaliero di preparazione terreni culture batteriologiche in uso negli ospedali) Bernasconi era tenuto a trattenere l'imposta dovuta dai dipendenti frontalieri.

 

L'ex sindaco è accusato di aver impiegato, a profitto della società, le ritenute d'imposta addebitate ai dipendenti, omettendo di versarle all'Ufficio delle imposte alla fonte per un totale di oltre 400mila franchi.

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