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CANTONECagnotti condannato: il PS non condivide la sentenza

18.09.13 - 18:38
Il direttore della rivista socialista "Confronti" è stato condannato a una pena, sospesa, di 15 aliquote da 80 franchi e 500 franchi di multa
Foto d'archivio (Tipress)
Cagnotti condannato: il PS non condivide la sentenza
Il direttore della rivista socialista "Confronti" è stato condannato a una pena, sospesa, di 15 aliquote da 80 franchi e 500 franchi di multa

BELLINZONA - Oggi il Giudice della Pretura penale, avv. Siro Quadri, statuendo sull’opposizione formulata dal direttore di Confronti, Marco Cagnotti, ha deciso di confermare il decreto d’accusa della Procuratrice pubblica Chiara Borelli. Cagnotti è stato condannato a una pena, sospesa, di 15 aliquote da 80 franchi e 500 franchi di multa e il rimborso delle spese giudiziarie.

Come ricorda il Partito Socialista in una nota, il caso, ormai noto, è quello relativo alla pubblicazione sul mensile Confronti di un articolo che poneva una serie di domande provocatoriamente rivolte a Boris Bignasca. Domande che riguardavano l'attività pubblica e politica di Boris Bignasca, ma che in parte toccavano anche la sfera privata. Domande che, secondo il PST, "nella loro sostanza, erano di interesse per la collettività e che dunque a nostro avviso meritavano di essere poste".

Scopo ultimo di quell'articolo - si legge - "dichiaratamente unico e irripetibile nella forma, che lo distingueva da qualsiasi altro articolo pubblicato su Confronti, era quello di far riflettere su un certo stile comunicativo, finora utilizzato sistematicamente sulle pubblicazioni leghiste. L'articolo, prima della sua pubblicazione, era stato in ogni caso sottoposto a un parere giuridico indipendente".

Nel suo giudizio la PP Chiara Borelli aveva valutato esservi in quell'articolo elementi lesivi della personalità, ragione per cui aveva ritenuto Marco Cagnotti, direttore responsabile di Confronti, colpevole di mancata opposizione alla pubblicazione dello stesso.

Nella sua valutazione, il Pretore Quadri ha confermato in sostanza il decreto d’accusa e ha condannato Cagnotti.

Il Partito Socialista "rispetta la decisione pur non condividendola". Il Partito Socialista ribadisce "di aver voluto unicamente  contribuire, con quella pubblicazione, a un confronto, in questo caso duro per scelta dimostrativa, su un certo tipo di comunicazione. Ribadendo che quello in giudizio è stato un caso eccezionale, si augura che il confronto politico nel nostro Cantone d'ora innanzi possa tornare nei termini di civiltà che contraddistinguono la nostra storia".

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