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LUGANOFischi in Piazza Grande, Borradori: "Le mie parole sono state fraintese"

18.08.13 - 16:49
Il sindaco di Lugano chiarisce il significato del suo messaggio lanciato ieri alla platea di piazza Grande: "Non soltanto Lugano deve essere forte, bensì tutto il Ticino"
Foto d'archivio (Tipress)
Fischi in Piazza Grande, Borradori: "Le mie parole sono state fraintese"
Il sindaco di Lugano chiarisce il significato del suo messaggio lanciato ieri alla platea di piazza Grande: "Non soltanto Lugano deve essere forte, bensì tutto il Ticino"

LUGANO – “Il Ticino deve diventare forte insieme. Una volta che il Ticino è forte, siamo forti tutti. Non deve essere forte soltanto Lugano, perché così ci perderemmo tutti”. E’ questo il messaggio lanciato oggi da Marco Borradori in risposta a quegli spettatori che ieri lo hanno fischiato durante il suo discorso sul palco, in occasione della consegna del premio Città di Lugano per il migliore regista rivelazione.

Borradori sul palco locarnese per decantare la sua città? “Assolutamente no” ha risposto il sindaco di Lugano. Sentito telefonicamente domenica pomeriggio, ha parlato in veste di rappresentante di “una città che vuole contribuire a rafforzare il Ticino e sostenere eventi culturali importanti come quello del festival”.

In altre parole l’ex Consigliere di Stato ha spiegato che le sue intenzioni non erano quelle di creare divisioni, peggio ancora, soffiare sul fuoco del campanilismo, bensì di testimoniare la vicinanza del suo Municipio alla manifestazione locarnese. Borradori cita a memoria le parole che ha pronunciato davanti alla platea dei 5.700 di piazza Grande: “Con questo premio della Città di Lugano, la Città vuole testimoniare l'omaggio e il ringraziamento al festival di Locarno e a tutti i suoi collaboratori per il successo del festival medesimo. Il suo successo e il suo sviluppo sono il successo dell'intero Cantone. Per quanto riguarda la Città di Lugano io vorrei dirvi che il Municipio, con la mia presenza, qui c'è e vuole esserci. Vuole dare fino in fondo il suo contributo, sempre se richiesto e se desiderato, affinché il festival diventi sempre più importante, sempre più bello e sempre più di tutti i ticinesi. Vorrei ricordarvi da ultimo proprio nell'ottica di far diventare il festival più ticinese possibile che domani sera (oggi, ndr), per quattro serate, ci sarà la possibilità - e per noi è un grande piacere ed onore mostrare ai cittadini luganesi, ma anche a voi se avrete voglia di venire - un frammento di quello che è stato l'ampissimo e bel programma del festival di Locarno. Quattro serate al parco Ciani dove nel 1944 e nel 1945 si sono tenute due edizioni del festival, che poi è diventato il festival di Locarno”.

E’ lo stesso sindaco di Lugano ad ammettere che il passaggio contestato è proprio quello in cui raccontava delle quattro serata al Ciani: “Quando ho detto 1944-1945  - continua il sindaco - ci sono stati dei fischi, li ho sentiti. Sono stati pochi, forse una ventina, una cinquantina, non lo so e non è importante. Il mio intento non era quello di ricordare che a Lugano è nato il festival, bensì di far capire che la Città ha tutto l'interesse di dimostrare che noi ci siamo, vogliamo dare un contributo a questo festival, e che siamo pronti anche per il futuro. Il messaggio passato è invece totalmente diverso e a me dispiace tantissimo. Solari ed io volevamo trasmettere un segnale totalmente opposto a quanto interpretato da alcuni”.

“E poi,  – ha aggiunto tornando alla frase contestata – se Lugano l’ha perso nel 1945, è colpa sua”.

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