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CANTONELa difficile ricerca di un donatore per Noemi, bimba leucemica

30.05.13 - 13:14
"Su 2.200, solo uno all'anno arriva a donare". L’appello su Facebook: "C’è bisogno di un trapianto"
keystone (archivio)
La difficile ricerca di un donatore per Noemi, bimba leucemica
"Su 2.200, solo uno all'anno arriva a donare". L’appello su Facebook: "C’è bisogno di un trapianto"

LUGANO - Si chiama Noemi, ha tre anni, ed è una bambina affetta da leucemia. Per lei, tramite Facebook e il gruppo "Non restiamo a guardare!", è stato lanciato un appello: "Per continuare a farla sorridere c'è bisogno di un trapianto di midollo osseo".

L'iniziativa, promossa da una ticinese, mira non solo a trovare un donatore compatibile con un malato che necessita di un trapianto, ma anche a promuovere delle serate informative "per conoscere, capire, far sparire il pregiudizio e la paura che c'è di fronte a una scelta che può salvare la vita a tante persone, spesso bambini".

Un'idea questa che ha coinvolto il Servizio Trasfusionale regionale della Svizzera italiana e che, pare, sta avendo un sorprendente successo, come ci spiega il responsabile della donazione di cellule staminali in Ticino, Paolo Tiraboschi.
"Inizialmente eravamo scettici di fronte all'idea di questa signora di parlare di un argomento così delicato su Facebook. Ma è proprio tramite il social network che siamo riusciti a realizzare delle serate informative per la raccolta di adesioni, serate che si sono rivelate un successo. Nelle due serate che abbiamo tenuto, a Lugano e a Locarno, si sono presentate davvero tante persone. Noi facciamo sempre fatica a reclutare nuovi donatori, mentre questa iniziativa ci ha portato 50 iscritti circa. Per noi è un numero notevole. Il prossimo appuntamento, ora, è previsto per giovedì 13 giugno".

Chi si è presentato alle serate?
"Partendo dal caso singolo, quello di Noemi, siamo riusciti a sensibilizzare molte più persone. Si sono presentate tante ragazze giovani, molte mamme o future mamme".

La vicenda è quella di Noemi, ma anche quella di tanti altri bambini e non solo...
"Esattamente. Una cosa importante, che ci teniamo a sottolineare, è che non ci si può iscrivere solo per Noemi. Le probabilità di essere compatibili sono veramente basse. Se si vuole diventare donatori è per mettersi a disposizione anche di altri pazienti nel mondo".

Come ci si iscrive, come si diventa donatori?
"Al momento in cui ci si iscrive noi effettuiamo un piccolo prelievo di sangue dal dito o un tampone all'interno della bocca. Il prelievo viene quindi mandato a Berna per la tipizzazione: vengono registrate le caratteristiche legate alla compatibilità. I dati ricavati vengono messi a disposizione di tutti i registri mondiali, e se c'è un paziente compatibile, in qualunque parte esso si trovi, in questo caso il donatore viene convocato".

Quali sono le probabilità di trovare il donatore giusto?
"Sono minime. Possono essere esaminati anche 100mila donatori prima che venga trovato quello giusto, e magari non si trova nemmeno. Per questo sono stati creati questi registri internazionali".

Mettersi a disposizione quindi, non comporta, inizialmente, un intervento invasivo
"Fino al momento in cui non si viene identificati come il giusto donatore no. Si verrà chiamati solo quando c'è un paziente che ha veramente bisogno. Su circa 2.200 iscritti in Ticino, solo uno all'anno arriva alla fine del percorso di donazione. È per questo che iscriversi per aiutare una singola persona non ha senso".

In cosa consiste la donazione?
"Se è confermata la compatibilità si effettua una prima visita medica all'ospedale universitario di Zurigo. Successivamente, una volta stabilita la data di trapianto, ci si dovrà recare nuovamente in ospedale per la donazione vera e propria. In questo caso le modalità sono due: o le cellule staminali si prelevano direttamente dalla cresta iliaca del bacino, oppure si fa un prelievo del sangue. Nel primo caso viene prelevato il midollo che, ci tengo a precisare, non è quello della colonna vertebrale, ma il midollo rosso delle ossa. Nel secondo caso le cellule staminali possono essere prelevate dal sangue circolante, quindi tramite una donazione di sangue normale con la differenza che, in questo caso, bisogna stimolare con dei fattori di crescita (che vengono iniettati i giorni precedenti) la produzione di cellule del sangue, altrimenti non ce ne sono abbastanza".

Non è una passeggiata insomma, ma un iter impegnativo
"È vero. La donazione richiede un impegno non solo fisico, ma anche mentale. Il paziente infatti, per poter ricevere il trapianto deve avere completamente inibito il suo midollo. Un'operazione questa che inizia pochi giorni prima della donazione. Questo vuol dire che se non riceve il trapianto non ha speranze. È quindi una enorme responsabilità per il donatore".

Concretamente, cosa possono curare queste cellule?
"Queste staminali sono cellule in crescita, ma diventeranno cellule del sangue, quindi globuli rossi, bianchi e piastrine. Si possono curare quindi quelle le malattie legate al sangue come leucemie, linfomi etc. Quello che ci tengo a sottolineare è che, al momento della chiamata, si salva veramente una vita"

Cosa deve fare quindi una persona che volesse diventare donatore, quali sono i requisiti che deve avere?
"Chi volesse donare può chiamare il Centro Trasfusionale di Lugano e dire che è interessato a registrarsi. Si fissa quindi un appuntamento per un colloquio. I requisiti sono semplici: il potenziale donatore deve avere tra i 18 e i 55 anni e rispettare standard che sono un po' quelli di una donazione normale di sangue. A tal proposito ci teniamo a precisare che, anche in questo caso, ci troviamo un po' in difficoltà. Mancano in Ticino anche i donatori di sangue. L'invito a fare del bene, quindi, è rivolto anche a loro".

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