Un 26enne e un 35enne sono sospettati di essere gli autori di una decina di truffe al cambio avvenute in Ticino.
Il loro arresto, avvenuto il 16 marzo a Biasca, è stato reso possibile proprio grazie alla segnalazione di una delle persone prese di mira
BIASCA - Altri due furbetti della truffa al cambio sono finiti in manette. Il fermo dei due - come riferiscono il Ministero pubblico e la Polizia cantonale - è avvenuto martedì 16 marzo a Biasca. Il duo, un 26enne e un 35enne di origine rumena, è infatti fortemente sospettato di essere implicato in almeno una decina di truffe al cambio (vedi box) - quattro delle quali andate a segno - avvenute nei giorni scorsi nel nostro Cantone.
Il loro arresto, precisano le autorità, è stato reso possibile proprio grazie alla segnalazione di una delle persone prese di mira. A seguito della denuncia, infatti, la polizia cantonale ha messo in piedi un dispositivo che di lì a poco ha permesso d'individuare e fermare i due imputati.
L'ipotesi di reato a loro carico è quella di truffa. L'inchiesta, coordinata dalla Procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis, prosegue al fine di valutare la responsabilità dei due in altri episodi analoghi.
La Polizia cantonale invita eventuali vittime, che non hanno ancora sporto denuncia, anche di casi tentati e fortunatamente non riusciti, a chiamare lo 0848 25 55 55.
Cos'è la truffa al cambio - La truffa si avvale di un metodo semplicissimo: con il pretesto dell'acquisto di merce di poco valore o la necessità di cambiare importanti quantità di denaro, il truffatore effettua il pagamento con una banconota di grosso taglio. Una volta che il commesso o il funzionario ha appoggiato sul bancone il resto o l'equivalente della valuta da cambiare, con una serie di sotterfugi e abili messe in scena, l'acquirente inizia a distrarre l'interlocutore chiedendo ripetutamente un taglio diverso e creando confusione con l'intento di sottrarre il denaro.