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LUGANOGrave episodio a Pregassona: anziana aggredita con una pistola giocattolo

17.03.20 - 14:20
La donna sarebbe stata percossa da una persona non ancora identificata. Polizia al lavoro
Lettore Tio/ 20Minuti
La palazzina di Via Industria, a Pregassona, teatro dell'episodio.
La palazzina di Via Industria, a Pregassona, teatro dell'episodio.
Grave episodio a Pregassona: anziana aggredita con una pistola giocattolo
La donna sarebbe stata percossa da una persona non ancora identificata. Polizia al lavoro
«Situazione surreale», commenta Luca Campana, già presidente della commissione di quartiere, che vive nello stesso palazzo in cui si sono svolti i fatti

È accaduto nel tardo pomeriggio di venerdì a Pregassona (Lugano). Una persona, col volto probabilmente nascosto da una mascherina, ha suonato al citofono di un'anziana. La donna, ingenuamente, le ha aperto il portone principale e, in seguito, la porta di casa. Successivamente la persona malintenzionata avrebbe estratto una pistola giocattolo e l'ha aggredita, malmenandola. Non è noto se nell'abitazione sia stato commesso anche un furto. 

Situazione surreale – Sul posto sono intervenute cinque pattuglie di polizia. «Gli agenti sono stati molto professionali e umani – sostiene Luca Campana, già presidente della commissione di quartiere di Pregassona –. È stata una situazione surreale. Io vivo nello stesso palazzo in cui si sono svolti i fatti, in Via Industria. La signora abita al quarto piano. Non sappiamo con quale stratagemma lo sconosciuto si sia intrufolato in casa sua. Probabilmente l'anziana è andata sulla fiducia, pensando che si trattasse di qualche ragazzino. Questo è un quartiere in cui tutti andiamo d'accordo, anche se fino a qualche tempo fa ci definivano come una specie di "Bronx". Al momento, anche su consiglio della polizia, abbiamo deciso di non fare troppe domande alla signora, perché è ancora parecchio scossa».

L'appello positivo – Campana chiude con un appello a tutta la popolazione: «Vogliamo lanciare un messaggio positivo, che valga un po' per tutta la Svizzera italiana, non solo per il nostro quartiere. Se qualcuno vede qualcosa di strano, lo comunichi subito alla polizia. Parlate con i vostri vicini, sostenete gli anziani e le persone sole. È vero, non bisogna avere contatti fisici. Ma una telefonata ogni tanto può solo fare bene. È un periodo delicato, in cui c'è già tanta ansia. Le persone più fragili hanno bisogno di sentire calore umano in qualche modo».   

Paranoia – Le autorità al momento starebbero seguendo una pista ben precisa. Massimo riserbo sull'inchiesta. «Siamo un po' in paranoia – ammette Campana –. Siamo in casa, bambini compresi, anche perché l'allerta coronavirus ce lo impone. Ma non siamo sereni. Umanamente non la viviamo bene. C'è la sensazione che qualcuno possa prendere lo spunto dell'allarme Covid-19 per compiere questi atti folli».

Telefonate ingannevoli - E, in effetti, c'è motivo d'essere preoccupati. Lo dimostrano le telefonate ingannevoli che hanno interessato il Ticino negli ultimi giorni. Numerose persone, in particolare anziane, hanno segnalato la problematica alla Centrale Comune di Allarme (CECAL) evidenziando principalmente che gli interlocutori si spacciano per operatori sanitari che effettuano delle inchieste legate al Covid-19. 

In una prima modalità, le chiamate giungono da numeri che iniziano con il prefisso 078 e quindi riconducibili alla Svizzera. L’obbiettivo finale è la vendita di prodotti naturali millantando proprietà di cura e prevenzione dal contagio. In una seconda modalità, gli interlocutori si spacciano per operatori sanitari del 144 che raccolgono una lista di pazienti per effettuare dei tamponi con visita a domicilio. La polizia segnala che il 144 non ha mai effettuato delle chiamate di questo tipo e invita i familiari di persone vulnerabili e anziane a sensibilizzarli in relazione a questo tipo di chiamate. 

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