Cerca e trova immobili

CANTONEFu stupro: due giovani condannati

16.01.20 - 11:14
Per l’episodio avvenuto nel 2017, la Corte ha inflitto fino a cinque anni di carcere
deposit
Fu stupro: due giovani condannati
Per l’episodio avvenuto nel 2017, la Corte ha inflitto fino a cinque anni di carcere

LUGANO - Lo stupro si è verificato così come raccontato dalla stessa vittima: la ragazza era stata portata in bagno, dove era stata costretta a subire un rapporto sessuale. Lo ha stabilito la Corte delle Criminali, presieduta dal giudice Amos Pagnamenta, che ha condannato un 26enne e un 27enne per i reati di violenza carnale e coazione sessuale, aggravati per aver agito in gruppo.

Il pIù giovane è stato condannato a una pena di quattro anni e tre mesi, sospesa a favore di un trattamento stazionario. Mentre il più anziano - che aveva dato il la all’episodio chiedendo all’altro di portare la ragazza in bagno - deve scontare cinque anni di carcere. E sarà espulso per un periodo di otto anni. «La loro colpa è grave».

«Lei aveva detto di non volerlo» - «La ragazza aveva chiaramente manifestato di non voler avere un rapporto sessuale. L’episodio si è verificato in un bagno chiuso a chiave, e la vittima non poteva reagire a causa delle sue condizioni psicofisiche» ha spiegato il giudice.

Per la Corte il racconto della vittima - una ragazza che all’epoca dei fatti (all’inizio del 2017) aveva diciassette anni - è «coerente, lineare, logico e costante». E piccole inesattezze toccano soltanto «aspetti marginali». Per questo motivo, è credibile. Che poi il fatto non sia mai stato segnalato, è dovuto anche all’ambiente in cui si è consumato il reato: un ambiente di disagio, in cui la segnalazione di un illecito avrebbe inoltre portato le autorità a scoprire altri illeciti, per esempio le droghe.

Il messaggio rivelatore - Lo stupro, lo ricordiamo, era emerso nell'ambito di un'altra inchiesta. Le autorità stavano infatti facendo luce su degli incontri intimi che il 26enne aveva avuto con sei ragazze minorenni. E dall'analisi dei dati presenti sul suo telefono sono incappati in un messaggio vocale in cui la vittima faceva riferimento all’episodio. Anche la modalità con cui è emersa la vicenda, rende credibile la vittima, secondo la Corte.

Per il 26enne sono inoltre stati confermati i reati di atti sessuali con fanciulli (ad eccezione di un caso), somministrazione a fanciulli di sostanze pericolose per la salute (aveva messo a disposizione di minori di sedici anni bevande alcoliche) e l’infrazione alla legge federale sugli stupefacenti. Il 27enne è invece stato condannato anche per minaccia, vie di fatto e contravvenzione alla legge federale sugli stupefacenti.

Dai sette anni di carcere... - Il 26enne aveva ammesso i fatti quasi subito. Mentre il 27enne ha fornito innumerevoli versioni e giustificazioni, sia durante l'inchiesta sia davanti al giudice. Per il primo la procuratrice Valentina Tuoni aveva proposto una pena di cinque anni e due mesi, sospesa per permettere un trattamento stazionario. Per il più anziano aveva invece chiesto sette anni di carcere. Questo in particolare per i due atteggiamenti processuali completamente diversi.

... al proscioglimento - I difensori, avvocati Fabiola Malnati e Marco Masoni, avevano invece fatto leva sull'ambiente di disagio sociale in cui si è verificato il fatto. E avevano chiesto il proscioglimento dai reati principali, quelli di violenza carnale e coazione sessuale.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE