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LUGANONeurochirurgo sotto inchiesta, la durata dell'operazione sarebbe stata insufficiente

01.09.19 - 10:02
Stando alla denuncia depositata in procura non avrebbe avuto il tempo di eseguire quanto dichiarato. Nel frattempo spunta una sesta denuncia
Tipress
Neurochirurgo sotto inchiesta, la durata dell'operazione sarebbe stata insufficiente
Stando alla denuncia depositata in procura non avrebbe avuto il tempo di eseguire quanto dichiarato. Nel frattempo spunta una sesta denuncia

LUGANO - Anche i tempi non coinciderebbero con quanto dichiarato. Stando al rapporto operatorio firmato dal neurochirurgo dell’Ars Medica finito sotto inchiesta, pubblicato oggi dal Caffè, l’intervento del 26 ottobre 2018 sarebbe iniziato alle 13.05, per terminare alle 13.40. L’anestesia sarebbe invece iniziata alle 11.45. Un tempo non sufficiente per effettuare l’operazione dichiarata. Per un intervento come quello necessario alla paziente ci sarebbe voluta un’ora e mezza, si legge nel testo della denuncia depositata in procura dal medico cantonale. 

Gli esperti del Neurocentro del Civico hanno inoltre spiegato che la risonanza magnetica effettuata sulla paziente prima dell’operazione eseguita all’ospedale sarebbe identica a quella effettuata prima dell’intervento all’Ars Medica. 

E, sempre rimanendo alla segnalazione del Medico cantonale, si legge: «Sia a livello L3 e L4 che L4 e L5 si osservano tracce di attività, ma nessuna compatibile con nessun tipo di intervento chirurgico con qualsivoglia indicazione sotto il profilo medico sanitario». 

Parole che troverebbero conferma nelle parole del chirurgo che ha rioperato la paziente al Civico il primo febbraio. Quanto affermato nel rapporto operatorio del neurochirurgo sotto inchiesta sarebbe falso, perché non sarebbe stato asportato alcun legamento. 

Sesta denuncia - Nel frattempo è giunta una sesta denuncia, inoltrata da una 76enne del Sottoceneri. Il neurochirurgo le aveva diagnosticato una lombalgia, ma la donna in realtà aveva tre costole rotte. A metà agosto la 76enne ha deciso di segnalare alla procura «un modus operandi del medico carente in misura grave dal punto di vista deontologico, anche al di fuori della sala operatoria, che mi ha causato un danno». La segnalazione si è poi trasformata in denuncia il 27 agosto. 

Una perizia, che potrebbe essere richiesta dalla procuratrice Marisa Alfier, potrebbe forse risolvere il giallo. 

Il neurochirurgo nel frattempo è stato reintegrato all’Ars Medica, e potrà nuovamente operare nella clinica. 

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