Dal caso del dipendente lasciato a casa in maggio alla problematica dei licenziamenti degli over 50: «Si danneggiano delle persone e anche la collettività»
LOSONE - La pressione sempre più forte nel mercato del lavoro ticinese, ma anche una maggior spregiudicatezza di imprenditori meno attenti a mantenere intatto il tessuto economico nel quale sorge la loro impresa. È questo il terreno fertile per un fenomeno, quello del licenziamento degli over 50, che oggi Unia ha deciso di denunciare pubblicamente prendendo ad esempio il caso (anticipato da Tio/20minuti lo scorso 22 maggio) del 58enne lasciato a casa dalla Agie Charmilles di Losone.
Il CCL tutela gli over 55 - «Un caso esemplare - sottolinea Vincenzo Cicero, co-segretario di Unia - dal quale partiamo per denunciare la questione problematica del licenziamento degli anziani». E che, tra l’altro, parte da un’azienda, la Agie, che proprio lo scorso anno «ha firmato un CCL che ha introdotto un principio di maggiore tutela per i lavoratori over 55».
«Agie non ha rispettato il contratto collettivo» - «Oggi - spiega Cicero - se si decide di licenziare un dipendente con 55 anni o più, si deve rispettare una certa procedura. Cosa che Agie non ha fatto. Per questo abbiamo intentato una causa. Una prima udienza si terrà già questo mese».
«Licenziamento nullo» - L’obiettivo di Unia è semplicissimo: «Puntiamo alla nullità del licenziamento. È questa la tesi che porteremo davanti al giudice». Per il sindacato, nel caso del 58enne, il procedimento è stato preso senza una giusta causa. «L’azienda - precisa Cicero - ha formalmente detto che non aveva più la collocazione per questa persona. Non avevano alternative da offrirgli. Stiamo parlando di un dipendente con 33 anni alle dipendenze di Agie. Che non ha tra l’altro nemmeno un dossier “sporco”, ma che ha sempre fatto il suo dovere».
La procedura, da contratto, di fatto è chiara: «Bisogna concedere al dipendente un mese supplementare rispetto ai termini di disdetta. Bisogna convocarlo, informarlo e ricercare insieme soluzioni alternative, quindi dimostrare che non c'è altra possibilità che il licenziamento. Ma se la stessa azienda, un mese prima assume 10 dipendenti tramite agenzia e poi licenzia un “anziano” è chiaro che non ha fatto il possibile».
«Casi da denunciare «sempre» - La questione, aggiunge il sindacalista, è da allargare a tutto il mercato del lavoro ticinese: «Questi casi devono essere denunciati sistematicamente. Stiamo parlando di licenziamenti che provocano danni sia alla persona, che non riesce più a riciclarsi, che alla collettività».
«Responsabilità sociale da rispettare» - Un problema che appare ancor più serio, secondo Cicero, quando riguarda «aziende fiore all'occhiello territorio, che macinano milioni di utili. Agie, ad esempio lo scorso anno ha portato a casa un utile di 281 milioni e 103 milioni di dividendi. Un’azienda sana che, tra l’altro, riceve anche soldi pubblici. E che dovrebbe rispettare dei criteri: tra questi quelli della responsabilità sociale».
D'altra parte, spiega il sindacalista, oggi è molto più facile ottenere manodopera qualificata a basso costo. «Basti vedere l'edilizia. I manovali di "classe c" sono aumentati del 300%. E questo perché le agenzie riescono a proporre persone che, provenendo da realtà in cui la disoccupazione è dilagante, si accontentano deli minimo, che è in quel caso 4'500 franchi. E non stiamo parlando di 20enni, ma 30/35enni con 10 anni d'esperienza».
L'impegno della politica - Unia chiede quindi l’impegno della politica per arginare la piaga crescente: «Noi - conclude Cicero - già oggi inseriamo i tutti i rinnovi del CCL delle clausole di maggior tutela per i lavoratori più anziani. Evidentemente è necessario promuovere iniziative politiche ad hoc che riguardino, ad esempio, la legge sul promovimento economico. Tra i criteri con i quali vengono elargiti i finanziamenti, bisogna specificare la responsabilità sociale con un occhio di riguardo per i lavoratori di una certa età».
Il sindacato, intanto, prende un impegno in questo senso: «Denunceremo facendo nome e cognome delle aziende. E cercheremo di censire, nel limite del possibile, tutti questi casi per monitorare il fenomeno».