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CANTONEUnia contro Agie: «Il licenziamento del 58enne? Nullo! Abbiamo denunciato»

03.07.19 - 11:01
Dal caso del dipendente lasciato a casa in maggio alla problematica dei licenziamenti degli over 50: «Si danneggiano delle persone e anche la collettività»
tipress (archivio)
Unia contro Agie: «Il licenziamento del 58enne? Nullo! Abbiamo denunciato»
Dal caso del dipendente lasciato a casa in maggio alla problematica dei licenziamenti degli over 50: «Si danneggiano delle persone e anche la collettività»

LOSONE - La pressione sempre più forte nel mercato del lavoro ticinese, ma anche una maggior spregiudicatezza di imprenditori meno attenti a mantenere intatto il tessuto economico nel quale sorge la loro impresa. È questo il terreno fertile per un fenomeno, quello del licenziamento degli over 50, che oggi Unia ha deciso di denunciare pubblicamente prendendo ad esempio il caso (anticipato da Tio/20minuti lo scorso 22 maggio) del 58enne lasciato a casa dalla Agie Charmilles di Losone. 

Il CCL tutela gli over 55 - «Un caso esemplare - sottolinea Vincenzo Cicero, co-segretario di Unia - dal quale partiamo per denunciare la questione problematica del licenziamento degli anziani». E che, tra l’altro, parte da un’azienda, la Agie, che proprio lo scorso anno «ha firmato un CCL che ha introdotto un principio di maggiore tutela per i lavoratori over 55». 

«Agie non ha rispettato il contratto collettivo» - «Oggi - spiega Cicero - se si decide di licenziare un dipendente con 55 anni o più, si deve rispettare una certa procedura. Cosa che Agie non ha fatto. Per questo abbiamo intentato una causa. Una prima udienza si terrà già questo mese».

 «Licenziamento nullo» - L’obiettivo di Unia è semplicissimo: «Puntiamo alla nullità del licenziamento. È  questa la tesi che porteremo davanti al giudice». Per il sindacato, nel caso del 58enne, il procedimento è stato preso senza una giusta causa. «L’azienda - precisa Cicero - ha formalmente detto che non aveva più la collocazione per questa persona. Non avevano alternative da offrirgli. Stiamo parlando di un dipendente con 33 anni alle dipendenze di Agie. Che non ha tra l’altro nemmeno un dossier “sporco”, ma che ha sempre fatto il suo dovere». 

La procedura, da contratto, di fatto è chiara: «Bisogna concedere al dipendente un mese supplementare rispetto ai termini di disdetta. Bisogna convocarlo, informarlo e ricercare insieme soluzioni alternative, quindi dimostrare che non c'è altra possibilità che il licenziamento. Ma se la stessa azienda, un mese prima assume 10 dipendenti tramite agenzia e poi licenzia un “anziano” è chiaro che non ha fatto il possibile».

«Casi da denunciare «sempre» - La questione, aggiunge il sindacalista, è da allargare a tutto il mercato del lavoro ticinese: «Questi casi devono essere denunciati sistematicamente. Stiamo parlando di licenziamenti che provocano danni sia alla persona, che non riesce più a riciclarsi, che alla collettività». 

«Responsabilità sociale da rispettare» - Un problema che appare ancor più serio, secondo Cicero, quando riguarda «aziende fiore all'occhiello territorio, che macinano milioni di utili. Agie, ad esempio lo scorso anno ha portato a casa un utile di 281 milioni e 103 milioni di dividendi. Un’azienda sana che, tra l’altro, riceve anche soldi pubblici. E che dovrebbe rispettare dei criteri: tra questi quelli della responsabilità sociale».

D'altra parte, spiega il sindacalista, oggi è molto più facile ottenere manodopera qualificata a basso costo. «Basti vedere l'edilizia. I manovali di "classe c" sono aumentati del 300%. E questo perché le agenzie riescono a proporre persone che, provenendo da realtà in cui la disoccupazione è dilagante, si accontentano deli minimo, che è in quel caso 4'500 franchi. E non stiamo parlando di 20enni, ma 30/35enni con 10 anni d'esperienza».

L'impegno della politica - Unia chiede quindi l’impegno della politica per arginare la piaga crescente: «Noi - conclude Cicero - già oggi inseriamo i tutti i rinnovi del CCL delle clausole di maggior tutela per i lavoratori più anziani. Evidentemente è necessario promuovere iniziative politiche ad hoc che riguardino, ad esempio, la legge sul promovimento economico. Tra i criteri con i quali vengono elargiti i finanziamenti, bisogna specificare la responsabilità sociale con un occhio di riguardo per i lavoratori di una certa età». 

Il sindacato, intanto, prende un impegno in questo senso: «Denunceremo facendo nome e cognome delle aziende. E cercheremo di censire, nel limite del possibile, tutti questi casi per monitorare il fenomeno».

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COMMENTI
 

RobediK71 4 anni fa su tio
Troppe chiacchiere e pochi fatti, come sempre

Evry 4 anni fa su tio
Penso che il datore di lavoro aveva tutte le ragioni per arrivare all'licenziamento ! Prima di starnazzare sarebbe opportuno sapere il motivo.

bobà 4 anni fa su tio
Risposta a Evry
per scrivere una cosa simile, spero tu conosca la situazione.

Zico 4 anni fa su tio
bene, lo ripeto: ci sono CCL cghe per operai del gruppo C nell'edilizia ricevono 4'500.-à franchi. un operaio in Italia arriva forse a 1200£ (forse). ora facciamo che il povero operaio sia sposato con 2 figli: se frontaliero: fr. 4'500. - avs - imposte alla fonte: diciamo 3900. netti. residente: fr. 4500. - avs - cassa malati x lui e moglie e 2 figli : da spendere fr. 3'300. da cui detrarre eventuale affitto, altri 1500. franchi se tuto va bene, poi anche loro 4 mangiano, pagano le tasse, le assicurazioni e si vestono. frontaliere vive bene, residente fa fatica a tirare la fine del mese. bel risultato ottenuto dai sindacati!

tip75 4 anni fa su tio
ma se è proprio l politica che se ne frega

anndo76 4 anni fa su tio
un articolo "vuoto" che vuole buttare fumo negli occhi...mi spiace per la persona in questione, prossima alla pensione. Ma se sindacati e politica, con le imprese ovviamente, non cercano di trovare una quadra per rendere piu' competitive le imprese la vedo brutta. Faccio l'imprenditore e credetemi che e' umiliante se devi lasciare una persona a casa, piu di quanto si possa pensare, perche' e' una sconfitta anche per l'impresa e l'imprenditore ( non parlo delle multinazionali che fanno scelte diverse ).

Summerer 4 anni fa su tio
La libera circolazione delle persone ha prodotto queste distosioni sul mercato del lavoro! Finalmente percebili anche al di là del Gotthard! Non conosco il caso, ma licenziare una persona di 58 anni lo trovo assurdo...

anndo76 4 anni fa su tio
Risposta a Summerer
be' additare la crisi alla libera circolazione mi sembra incauto...in verita' sempre piu' aziende stanno delocalizzando, licenziando ( vedi banche, assicurazioni, fiduciarie etcetc ) per carenza di lavoro dovuta a tanti fattori, non sicuramente alla libera circolazione. Nel caso ci sono dei contatti collettivi per cui gli stipendi minimi devono essere rispettati ( residenti o meno ) la triste verita', a mio giudizio, e' che l'economia mondiale e' in crisi per troppi anni di iperconsumismo ( trovi ancora chi ripara,riciclaetc oggetti di ogni tipo ? )

bobà 4 anni fa su tio
Risposta a anndo76
Un recente studio in Ticino ha dimostrato che un frontaliere percepisce in media 8% di salario in meno rispetto un residente. Se questo oltretutto è giovane, il divario è ulteriormente grande e sommando gli oneri sociali diventa un abisso. Quindi se è vero che un mese prima avevano assunto del personale giovane (non si sa se frontaliere ma facilmente lo è) per poi lasciare a casa il vecchio con 33 anni di servizio, è senz'altro una mera mossa economica fatta da un azienda che sta economicamente bene. Quindi 100% antietica. Se l'avesse fatta una ditta di 4 gatti gestita da un "padronaccio" non avrebbe avuto lo stesso impatto emotivo se fatta come in questo caso da una ditta sana, che riceve sussidi cantonali ed aiuti allo sviluppo, punto di riferimento nella piazza del lavoro locarnese

mats70 4 anni fa su tio
Solito titolo sensazionalistico di Tio. Da lì all'annullamento del licenziamento purtroppo ci passa il mare

anndo76 4 anni fa su tio
Risposta a mats70
....appunto
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