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CANTONEMorte alla Rotonda: «Non mi diverto sferrando pugni»

13.05.19 - 11:38
Il giovane a processo per omicidio intenzionale si dichiara innocente. Il giudice: «Ha fornito una miriade di versioni diverse»
tipress
Morte alla Rotonda: «Non mi diverto sferrando pugni»
Il giovane a processo per omicidio intenzionale si dichiara innocente. Il giudice: «Ha fornito una miriade di versioni diverse»

LUGANO - «Quella sera ero uscito per divertirmi, ed è stata la mia intenzione per tutta la serata. Non mi diverto sferrando pugni». Così il 23enne che da oggi è alla sbarra alle Criminali per rispondere, in via principale, di omicidio intenzionale. I fatti sono quelli avvenuti alla discoteca La Rotonda di Gordola il 22 aprile del 2017, dove un 44enne perse la vita a seguito, appunto, di un pugno. Un colpo che causò un’emorragia cerebrale.

Le lacrime - Ma su quanto successo quella notte, il 23enne - patrocinato dall’avvocato Yasar Ravi - sostiene che i fatti sarebbero avvenuti diversamente. E in aula lo fa, almeno sulle prime battute, fornendo un racconto interrotto dalle lacrime. «Sono innocente, non avevo nessuno motivo di colpire nessuno».

«L’ultima occasione per la verità» - Nel corso di tutta l’inchiesta, ricorda il giudice Amos Pagnamenta, il giovane ha fornito «una miriade» di versioni diverse. E al 23enne ricorda che «questa è l’ultima occasione per dire la verità».

«Sono stato picchiato e mi sono risvegliato in ospedale, sotto choc. Ho cercato di dare agli inquirenti più dettagli possibili» si giustifica il 23enne, che in aula fornisce un’ulteriore versione dei fatti. «All’uscita dalla discoteca non ho colpito nessuno, nemmeno inavvertitamente, ne sono sicuro». Dal racconto dei testimoni emerge però tutt’altro, come si evince anche dall’atto d’accusa firmato dal procuratore Arturo Garzoni.

Mix di alcol e droga - Quella notte il giovane era sotto l’effetto di alcol e droghe. La serata era cominciata in un bar di Bellinzona, con una bottiglia di Jägermeister tra amici. E non sono mancate birre Corona e whisky. In discoteca il 23enne aveva poi anche sniffato della cocaina.

Nel pomeriggio la parola passerà ai periti. Nel frattempo l’accusa ha anticipato che nei confronti del 23enne sarà chiesta una pena superiore ai dieci anni. La difesa punterà invece al proscioglimento dai reati principali.

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