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BELLINZONAFlavio Bomio è tornato in libertà

08.05.19 - 17:01
L’ex dirigente della Società Nuoto Bellinzona, condannato per abusi sessuali su minori, beneficia ora della condizionale. Un ruolo decisivo l’hanno giocato condizioni di salute e buona condotta
TiPress - foto d'archivio
Flavio Bomio è tornato in libertà
L’ex dirigente della Società Nuoto Bellinzona, condannato per abusi sessuali su minori, beneficia ora della condizionale. Un ruolo decisivo l’hanno giocato condizioni di salute e buona condotta

BELLINZONA – Flavio Bomio è tornato in libertà. Il 77enne, ex presidente della Società Nuoto Bellinzona, condannato nel 2013 a 11 anni di carcere per abusi sessuali su minori, beneficia della condizionale da circa un mese. «Non si tratta di libertà definitiva. Ma di libertà condizionale», precisa il giudice dei provvedimenti coercitivi, interpellato da Tio / 20 minuti.

Reati tra il 1998 e il 2011 – Bomio aveva commesso i suoi reati tra il 1998 e il 2011. L’uomo aveva deciso di accettare la pena inflittagli dalla Corte delle Assise Criminali di Lugano. Nessun ricorso in appello. La Corte, nei suoi confronti, inizialmente aveva riconosciuto la pena massima di 10 anni con una pena aggiuntiva di 5 anni, a causa della gravità dei fatti commessi.

Il primo sconto – L’età, la durata del carcere preventivo sofferto, la collaborazione, l’incensuratezza, l'offerta di risarcimento e vari altri fattori avevano portato la Corte a una riduzione di pena di 4 anni. È scaturita così la condanna a 11 anni, da cui sono stati subito detratti i 20 mesi di carcere preventivo già scontato.

Non è un diritto automatico – Alcune settimane fa, è arrivata la scarcerazione di Bomio a titolo condizionale. «È un’eventualità – evidenzia il giudice dei provvedimenti coercitivi – che può essere presa in considerazione dopo due terzi di espiazione della pena. Non è, comunque, un diritto automatico».

Due elementi decisivi – In altre parole, ogni caso è a sé. E va esaminato considerando vari aspetti. Nel caso specifico di Bomio sarebbero due in particolare gli elementi ad avere “giocato” a favore di questa decisione. Da una parte la buona condotta nel periodo trascorso in carcere. Dall’altra, le sue condizioni di salute, giudicate piuttosto precarie.

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