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LUGANOMorto nel suo appartamento: «Era ustionato da capo a piedi»

07.09.18 - 09:02
L'anziano, spirato ieri in ospedale, era un personaggio noto a Pregassona. Solitario, aveva sempre una radiolina in mano con la musica a volume altissimo. I vicini lo ricordano
Lettore Tio.ch/20 minuti
Morto nel suo appartamento: «Era ustionato da capo a piedi»
L'anziano, spirato ieri in ospedale, era un personaggio noto a Pregassona. Solitario, aveva sempre una radiolina in mano con la musica a volume altissimo. I vicini lo ricordano

PREGASSONA - Aveva una radiolina sempre con sé, che teneva costantemente a volume altissimo. Un po’ trasandato e con la barba incolta era impossibile non notarlo. Ma ora il suono della sua radiolina non riecheggerà più per le strade di Pregassona. Ora l’apparecchio resterà muto. Per sempre. Perché il 76enne è morto. È lui, infatti, l’uomo deceduto ieri mattina in ospedale a causa delle gravissime ustioni riportate nel rogo del suo appartamento di via Industria.

«Ustionato da capo a piedi» - La tragedia ha il suo inizio alle 19.00 di martedì. La gente nel palazzo sta cenando. Quando improvvisamente alcuni vicini notano del fumo fuoriuscire dall’abitazione del 76enne. Scatta subito il panico. Le persone urlano. Chiamano aiuto. Un ragazzo di 16 anni, di origini eritree, Elias Fsha, irrompe nella tromba delle scale e si trova davanti l’anziano. In condizioni terrificanti. «Era ustionato da capo a piedi. Anche i suoi capelli bianchi erano diventati neri», spiega il giovane al Blick. «Ha balbettato che dovevo chiamare la polizia. Poi voleva tornare di sopra nel suo appartamento in fiamme».

Storia di solitudine - In pochi minuti sul posto si presentano pompieri e polizia. Tutti gli abitanti della palazzina vengono evacuati. «Abbiamo immediatamente dovuto lasciare il nostro appartamento», spiega Elias. Ma dell'anziano si erano perse le tracce. Quando viene ritrovato era in condizioni disperate. Lotta per la vita, ma la morte, ieri, vince la partita. La notizia fa il giro del quartiere. Tra commozione e incredulità. «Non posso credere che se ne sia andato», spiega tra le lacrime al quotidiano d’oltralpe, Weyni, una cinquantenne eritrea. Che poi racconta la triste storia dell’uomo. Una storia che purtroppo ne ricorda altre. Fatta di solitudine. Di abbandono. «Era un uomo solo e anche un po’ strano. Non c’era nessuno che gli facesse una visita. Solo una volta ho visto un’infermiera che bussava al suo campanello».

Causato dal fumo? - Cosa abbia provocato il rogo non è ancora stato ufficialmente confermato. Ma la vittima era un forte fumatore. Vi è quindi il sospetto che le fiamme possano essere state causate da una sigaretta accesa. Accesa come la sua radiolina. Che da martedì, però, tace per sempre.

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