La polizia: «Denunciare resta importante. Purtroppo restano tanti i furti organizzati. Le bici varcano subito il confine»
CHIASSO - I furti di biciclette, nonostante l'arresto di un mese fa abbia permesso di scoprire un vero e proprio traffico tra il Ticino e l'Italia, non sembrano essersi fermati. D'altra parte si tratta di veicoli che possono costare anche migliaia di franchi, facilmente sottraibili e difficilmente identificabili.
L'ennesimo caso di furto risale a ieri sera. Una moderna e costosa mountain bike, posteggiata da un pendolare che giornalmente si reca a Lugano e la assicura alla pensilina della stazione di Chiasso con tanto di lucchetto, è stata fatta sparire nel nulla.
«Denunciare? Chissà dov'è finita» - Il proprietario non nasconde la sua indignazione: «Possibile che si parli sempre di furti di biciclette, ma non cambi mai niente? Era in un punto ben visibile, ed era legata con un buon lucchetto. Non ho ritrovato nemmeno quello». E non nega di ritenere inutile denunciarne la scomparsa: «Ieri sera era tardi, mi è stato detto di tornare oggi per la denuncia. Mi hanno chiesto numero di matricola e fattura d'acquisto della bici. Per quanto ne so io, a quest'ora potrebbe essere già chissà dove».
«Poco dopo varcano il confine» - Contattato al telefono il comandante della polizia di Chiasso, Nicolas Poncini, invita a sporgere denuncia: «Non abbiamo telecamere dedicate ai posteggi delle biciclette, ma non vuol dire che il ladro non possa essere stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza». Quindi ammette il problema: «Purtroppo è un fenomeno che esiste ed è ben noto. A volte la bici viene presa solo da chi ha fretta di tornare a casa, per la pioggia, ma più spesso si tratta di furti organizzati. Poco dopo le bici varcano il confine».
I consigli - Per evitare sgradite sorprese la Polizia cantonale, pochi giorni fa, aveva lasciato alcuni semplici suggerimenti per evitare di vedere volatilizzati migliaia di franchi: