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SECONDA GIORNATADelitto di Stabio: la perizia psichiatrica al vaglio della Corte

16.05.18 - 09:20
Si è conclusa la seconda giornata del processo nei confronti di Michele Egli per l’uccisione della cognata
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Si è conclusa la seconda giornata del processo nei confronti di Michele Egli per l’uccisione della cognata

LUGANO - Un colpo in testa con una bottiglia di vetro. E poi lo strangolamento con una sciarpa. Da ieri Michele Egli siede al banco degli imputati per l’uccisione, avvenuta il 14 ottobre 2016, della cognata Nadia Arcudi. Un vicenda che il 43enne, ex informatico della SUPSI, ha ripercorso ieri pomeriggio davanti alla Corte presieduta dal giudice Amos Pagnamenta. «Non volevo strangolarla, volevo soltanto farla stare zitta» ha detto. Quella sera la donna lo aveva accusato di non aiutarla a sufficienza in una contesa familiare attorno all’assegnazione di una casa. Nel suo racconto non mancano però diversi nodi da sciogliere.

Oggi il dibattimento sarà incentrato sui reati finanziari, di cui l’imputato deve rispondere per aver sottratto oltre 270’000 franchi dalle casse della SUPSI. Soldi che gli servivano «per mantenere il nostro tenore di vita» ha spiegato ieri. Nel pomeriggio è invece previsto l’intervento del perito psichiatrico Carlo Calanchini.

19:01

La seconda giornata del processo nei confronti di Michele Egli si è conclusa. Ora per la Corte si tratta di decidere se accettare l'attuale perizia psichiatrica o se richiederne una nuova: durante l'odierno intervento del perito, il giudice Pagnamenta ha chiesto spiegazioni in merito a diverse valutazioni. In particolare sul fatto che la perizia si baserebbe soprattutto su quanto dichiarato dall'imputato stesso.

La Corte comunicherà le decisione domattina alle 9.30. Se la perizia sarà accettata, prenderanno la parola le parti.

18:11

L'imputato prova pentimento? «Non ho potuto avvertire in modo del tutto convincente il pentimento per aver tolto la vita a una persona. Ho visto degli inizi di rimorso» così Calanchini.

18:05

Sul pericolo di recidiva, lo psichiatra sottolinea che il ripetersi di reati patrimoniali è possibile «in circostanze favorevoli». Mentre per quanto riguarda l'uccisione, il medico ritiene che sia «molto difficilmente ripetibile, perché frutto di una circostanza estremamente particolare, praticamente irripetibile».

17:38

E durante la notte subito dopo il fatto di sangue, Michele Egli ha dormito tranquillamente per sette ore, come mostrano i dati del dispositivo Fitbit che indossava. Calanchini: «Premetto che non sono in grado di spiegare tutto. Anch'io sono rimasto sorpreso di questo aspetto. Evidentemente i meccanismi difensivi sono particolarmente efficaci. E ciò dimostrerebbe l'intensità del disturbo di personalità».

17:36

Dopo il fatto di sangue, l'imputato ha tranquillamente cenato in un ristorante con la famiglia. Calanchini: «Me lo spiego con l'entrata in funzione dei meccanismi di difesa inerenti al suo disturbo di personalità, quindi la capacità di mantenere un programma prestabilito elimintando gli aspetti negativi».

16:51

Per l'allestimento della perizia, il medico ha avuto tredici colloqui con l'imputato, ha parlato con i familiari e ha anche fatto un sopralluogo sulla scena del delitto. Il giudice: «Come mai?». Il dottor Calanchini spiega che «si trattava di una situazione psichiatrica particolarmente difficile». Ma per quanto riguarda i fatti, descritti dalla perizia sulla base di quanto affermato da Egli, il giudice sottolinea: «Spetta alla Corte decidere come siano andate le cose». Il medico ribatte: «Le mie conclusioni non sono legate ai fatti, ma alla personalità dell'imputato».

16:37

Calanchini: «Nel momento dello strangolamento la rabbia e lo sconcerto di Egli hanno portato a una sorta di scissione: sapeva quello che stava facendo, ma non aveva più la pregnanza etica di dire "questo non si fa"».

16:32

Calanchini: «Il crollo dovuto alla trasformazione della cognata da dolce e angelica in un drago».

16:31

Quella sera del 14 ottobre, l'imputato era riuscito a rimandare una cena che avrebbe potuto trasformarsi in una nuova discussione sull'assegnazione della villetta di famiglia. Eppure si è recato a trovare la cognata, lasciandosi sorprendere dalla sua sfuriata. «Lui si aspettava un incontro positivo, anche portando il regalo che le aveva anticipato. È il ragionamento che farebbe un bambino di cinque anni» così il medico Calanchini.

16:22

Il perito sul rapporto tra Michele Egli e la cognata: «Lui non ha mai detto di avere avuto un desiderio erotico-sussuale nei confronti della vittima. Non lo posso comunque escludere. È possibile che vi sia stato un periodo di invaghimento che poi si è trasformato in un affetto come per una sorellina».

16:18

Calanchini: «Quella sera del 14 ottobre, l'imputato ha conosciuto la parte oscura della cognata. Ha trovato una cognata diversa da quella che aveva idealizzato: era arrabbiata, molto arrabbiata, anche offensiva».

16:11

Per quanto riguarda le malversazioni alla SUPSI, l'imputato - secondo Calanchini - sapeva che «rubare è sbagliato». Ma il medico non può dire che peso avesse per lui questa consapevolezza.

16:07

Il dottor Carlo Calanchini ritiene che le discussioni per la casa abbiano giocato un ruolo in quanto accaduto. «Il clima in casa Arcudi era carico da tempo» ha scritto nella perizia. «Il peritando si è venuto a trovare in una condizione difficile».

16:00

Il medico conferma che l'imputato era stato informato del suo ruolo di perito. «Non ricordo esattamente, ma quando mi presento come perito è automatico che la persona ha la facoltà di non rispondere» afferma.

15:57

Il perito conferma le conclusioni già anticipate in mattinata: la scemata imputabilità è di grado lieve, leggermente più elevata per il delitto. Al momento dei fatti era portatore di disturbo di personalità misto.

15:51

Si è riaperto poco fa il processo nei confronti di Michele Egli. Ora la parola passa al perito psichiatrico, il medico Carlo Calanchini.

10:15

Il dibattimento è stato aggiornato alle 15.30, quando la parola passerà al perito psichiatrico Carlo Calanchini.

10:14

Le richieste di risarcimento: gli accusatori privati avanzano pretese per circa 170'000 franchi complessivi a favore della moglie, della suocera e del fidanzato di Nadia. La SUPSI chiede il rimborso dei 270'000 franchi sottratti.

10:06

Michele Egli prende atto delle conclusioni della perizia psichiatrica allestita dal dottor Carlo Calanchini. Il medico parla di disturbo di personalità misto. E prevede una scemata imputabilità di grado lieve, sia per il fatto di sangue (leggermente più alto) sia per i reati finanziari. Si parla di rischio di recidiva solo per i reati finanziari. Secondo la perizia sarebbe infatti improbabile un comportamento recidivo contro l'integrità delle persone.

09:56

La Corte passa a parlare del possesso di microcamere. Apparecchi ritrovati nel bagno dell'imputato, mimetizzate in ganci appendiabito. «Le ho comprate online tra il 2013 e il 2014». Qual era il loro scopo? «L'intento era quello di filmarmi mentre facevo la doccia». Ma il giudice chiede: «Non le ha installate perché ogni tanto la sua cognata si faceva la doccia lì?» Egli nega.

09:49

All'epoca la situazione finanziaria dell'imputato non era delle migliori. E allora come mai aveva lanciato una raccolta fondi? «Avevo conosciuto la donna su internet. Mi ero infatuato».

09:47

Per quanto riguarda il reato di truffa, nel 2012 - come si evince dall'atto d'accusa - l'imputato aveva lanciato una raccolta fondi a favore di un presunto cittadino filippino che aveva bisogno di un'operazione di cuore. In questo modo aveva raccolto più di 5'000 franchi. «Non volevo fregare nessuno, perché pensavo che questo bisogno ci fosse veramente. Alla presunta figlia dell'interessato ho mandato più soldi di quanti ne ho ricevuti» si difende il 43enne. «Ricevevo anche informazioni sull'operazione, quindi pensavo che fosse tutto vero».

09:35

Come avveniva la sottrazione dei soldi? «Li prendevo quando non ero visto, ma talvolta anche quando ero visto: si fidavano di me e tutti prendevano soldi dalla cassa per poi rimetterli. Ma visto che per la maggior parte del tempo la cassa era gestita da me, manipolavo le registrazioni» spiega l'imputato.

09:33

Egli: «Ho iniziato a prendere i soldi dalla cassa della SUPSI nel 2005».

09:26

Si passa dunque a parlare dei reati finanziari: nel corso di almeno un decennio, Michele Egli sottrasse dalle casse della SUPSI oltre 270'000 franchi.

09:25

Il giudice riprende l'interrogatorio di Egli con le ultime domande sull'uccisione di Nadia. Gli chiede per quale motivo non se n'era andato dopo aver colpito la vittima con la bottiglia di vetro. «Non me lo so spiegare» afferma il 43enne. «Non sono riuscito ad andarmene».

09:22

L'imputato Michele Egli, che anche oggi indossa una felpa grigia con cappuccio, ha preso posto al banco degli imputati.

09:20

Inizia a breve la seconda giornata del processo nei confronti di Michele Egli, il 43enne in aula per l’uccisione della cognata Nadia Arcudi. La Corte è composta dal giudice Amos Pagnamenta, affiancato dai giudici a latere Manuela Frequin Taminelli e Luca Zorzi. L’accusa è sostenuta dalla procuratrice Pamela Pedretti. L’imputato è difeso dagli avvocati Maria Galliani e Luca Marcellini.

08:40
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